Cronaca

Mafia, la guerra tra clan: il summit nella casa diroccata

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20 Febbraio 2022, 05:49

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Le carte del blitz ‘Third Family’ potrebbero portare scompiglio anche fuori dal Comune di Adrano. Alcuni passaggi dei verbali di Salvatore Giarrizzo, l’ultimo reggente del clan Scalisi, hanno tutto il sapore di poter essere input investigativi in grado di far male ad alcuni dei più potenti clan catanesi. Stiamo parlando dei Laudani e dei Mazzei. Dopo lo scontro armato tra gli Scalisi (referenti dei Laudani) e i Lo Cicero (cellula dei Mazzei, detti carcagnusi) di Adrano, raccontato da LiveSicilia dopo l’operazione di Squadra Mobile e Commissariato, sarebbero dovuti intervenire i vertici delle rispettive cosche per poter evitare una vera e propria guerra di mafia. Ma radiografando il momento di tensione, il pentito fa nomi e cognomi di chi tra luglio e agosto 2020 avrebbe un po’ diretto le file operative delle due consorterie mafiose. Due famiglie che vengono da due pesantissime sentenze: la prima per i Laudani del processo scaturito dalla maxi inchiesta Vicerè del 2016 in Cassazione (si attendono a giorni le esecuzioni per le condanne definitive) e la seconda per i carcagnusi il verdetto Ippocampo in Appello (dopo il rinvio della Suprema Corte). 

Facciamo un riassunto delle puntate precedenti. Cristian Lo Cicero, indifferente agli avvertimenti del boss degli Scalisi, continua imperterrito a spacciare e fare affari illeciti ad Adrano. Comportamento che fa esasperare Salvatore Giarrizzo e fa accendere una tensione che finisce a pistolettate. I Lo Cicero si armano contro gli Scalisi. E sparano contro Salvatore Giarrizzo, che una volta diventato collaboratore racconterà agli investigatori quello che è accaduto quella sera d’estate del 2019. Per diversi mesi spariscono dalla circolazione, c’è chi dice – come già raccontato da LiveSicilia – che sono nascosti in Germania. Giarrizzo spiega che non appena esce dal carcere Angelo, figlio di Santo Benedetto ‘u pannitteri’ (patrozzo mafioso di Cristian Lo Cicero), Lo Cicero sarebbe tornato nella piazza di Adrano. Si sarebbe sentito più “protetto” dal ritorno in libertà del figlio del boss dei Mazzei. Il tempo non ha però spento l’acredine di Giarrizzo che decide di andare dai catanesi per fermare la scalata dei Lo Cicero. Ed è organizzato un summit. Il pentito fa nomi e cognomi. E nelle file dei Mazzei si nota quello di Gaetano ‘u funciutu Pellegrino, personaggio che è stato al centro qualche anno fa (quando Nello Musumeci non era governatore ma presidente dell’Antimafia regionale) della relazione sulle parentele sospette al Consiglio comunale di Catania. È infatti il fratello dell’ex consigliere comunale Riccardo Pellegrino (che è stato archiviato diverse volte per voto di scambio aggravato ma al momento è sotto processo per corruzione elettorale). Gaetano Pellegrino é stato recentemente condannato nell’appello bis Ippocampo.

Andiamo al racconto del pentito Salvatore Giarrizzo: “Io allora andai a parlare con Iano Laudani responsabile del mio clan a Catania e lo stesso prima voleva andare dal predetto Angelo poi pensò che era meglio parlare con il responsabile del clan dei carcagnusi che in quel momento era Gaetano detto ‘u funciutu’ il quale venne convocato in una casa diroccata a Canalicchio e lì ci fu una riunione alla quale anche io partecipai e vi erano Iano Laudani, Gaetano detto u funciutu, Luca Pappalardo, Franco detto ‘la scimmia’, Santo Laudani fratello di Iano e un altro che accompagnava Gaetano detto u funciutu”. Il boss dei Mazzei non avrebbe però avuto il polso necessario: “In tale occasione Gaetano u funciuto ci disse che i Lo Cicero – racconta – anche se facevano diretto riferimento a Santo u panettieri, comunque erano considerati parte dei carcagnusi. Ricordo che Iano Laudani disse chiaramente che Cristian Lo Cicero ad Adrano non doveva più fare nulla perché lì tutto è diviso tra clan Santangelo e clan Scalisi e gli disse a Gaetano o ci pensi tu o se a te non interessa ci andiamo noi dal Lo Cicero, Gaetano detto u funciutu però disse che lui non poteva “vendersi gli amici” e che avrebbe parlato lui sia con Cristian Lo Cicero che con Angelo figlio di Santo ‘u panettieri”. 

La riunione non avrebbe avuto l’effetto sperato: “Nei giorni successivi a tale incontro tuttavia non cambiò nulla e il gruppo del Lo Cicero continuava a spacciare ad Adrano. Tutto ciò accade tra giugno e luglio del 2020 poco prima del mio arresto”. In questi due anni, infatti, non va dimenticato che nelle file dei Mazzei ci sono state diverse scarcerazioni: come Maurizio Motta e Gioacchino Intravaia. Nomi che sicuramente sono nel mirino degli investigatori visto il loro passato al vertice dei Mazzei.

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20 Febbraio 2022, 05:49

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