Mafia, confisca da 12 milioni |Colpito il "cuore" dei Carateddi - Live Sicilia

Mafia, confisca da 12 milioni |Colpito il “cuore” dei Carateddi

Destinatari della misura Massimo Leonardi e la moglie, arrestati nel 2012 dalla Squadra Mobile per traffico di droga. L'amministratore giudiziario della Metal Ferrosi s.r.l: "Il provvedimento di confisca non è definitivo".

CATANIA – Il Tribunale di Catania sezione Misure di Prevenzione ha emesso un decreto di confisca (su proposta del Questore Marcello Cardona) che decapita il potere economico – finanziario della “famiglia” Cappello – Carateddi. Un patrimonio a sei zeri quello finito nell’elenco del provvedimento firmato dai giudici, quasi 12 milioni di euro in società, terreni e immobili riconducibili ai coniugi Massimo Leonardi, e Daniela Strano. I due, cognati del presunto boss Alessandro Bonaccorsi, furono arrestati il 19 luglio 2012 dalla Squadra Mobile.

A far scattare il provvedimento, eseguito dalla polizia, sono state le indagini gli agenti del personale dell’Ufficio Antimafia della Questura di Catania che ha analizzato l’ordinanza di custodia cautelare che portò dietro le sbarre 20 persone. Si tratta della stessa inchiesta, battezzata dalla polizia Revenge 4. L’indagine svelò una presunta organizzazione dedita al traffico di droga, riconducibile al Clan Cappello Carateddi, promossa e organizzata da Orazio Finocchiaro, Alessandro Bonaccorsi e Giovanni Musumeci.

Massimo Leonardi e Daniela Strano, destinatari del decreto di confisca, sono stati indagati anche per aver detenuto e ceduto diversi quantitativi di marijuana e cocaina, questo almeno – secondo gli inquirenti – fino alla fine del 2011. Analizzando le risultanze investigative contenute nell’ordinanza firmata dal Gip Laura Benanti, Bruna Strano, moglie di Alessandro Bonaccorsi, avrebbe preso il posto del marito, che le avrebbe impartito le direttive dal carcere, nella gestione del traffico di stupefacenti e avrebbe avuto il supporto della sorella, Daniela e del cognato Massimo Leonardi.

Leonardi e Strano Daniela erano stipendiati dalla moglie di Bonaccorsi. Il cognato aveva un ruolo organizzativo: procacciava i clienti, controllava il lavoro dei pusher e in alcuni casi cedeva ad altre persone, dietro un compenso settimanale, la gestione di qualche piazza di spaccio. La sorella invece era una sorta di contabile del clan, registrava gli introiti, custodiva il denaro e controllava i flussi di cassa.  Da sottolineare che Leonardi, nel corso di un controllo della Squadra Mobile nell’agosto del 2010, era stato trovato in possesso di 400 mila euro, somme tutte da ricondurre – secondo gli inquirenti – a Alessandro Bonaccorsi. Nella stessa operazione la polizia aveva sequestrato a Bruna Strano, 393.285 euro in contatti, senza contare numerosi oggetti preziosi. Quasi un milione di euro in contanti che dimostrerebbero il potere economico e finanziario dei Cappello Carateddi.

L’indagine patrimoniale ha accertato la sproporzione tra il valore dei beni intestati a Massimo Leonardi e Daniela Strano, o comunque riconducibili ai due, e ai redditi “leciti” dichiarati. Analizzando gli atti pubblici di compravendita per l’acquisto degli immobili a cui sono stati posti i sigilli sarebbe stato utilizzato contante frutto del traffico di droga. Insomma, gli appartamenti e i terreni servivano per riciclare gli ingenti proventi della gestione delle piazze di spaccio.

La sede della Metal Ferrosi

In particolare l’inchiesta patrimoniale (condotta da uno speciale gruppo integrato composto da agenti dell’Anticrimine e della Squadra Mobile) ha consentito di accertare che nella Metal Ferrosi srl (di cui sono soci al momento il padre e lo zio di Leonardi, Felice e Salvatore) venivano immessi dall’indagato liquidità allo scopo di scopo di riciclare il denaro di provenienza illecita. Oltre alla Metal Ferrosi è stata confiscata anche la Giada Immobiliare Srl (costituita il giorno dopo gli arresti del 2012), le cui quote sono possedute dalla Metal Ferrosi e dalla madre e dalla zia del Leonardi. Fanno parte del decreto delle misure di prevenzione anche  4 vaste aree di terreni e 7 corpi di fabbrica, 15 mezzi tra autovetture ed autocarri. Confiscati anche i conti correnti di Massimo Leonardi e Daniela Strano che sono stati sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Polizia di Stato: due anni e sei mesi con la cauzione di 10.000 euro per il marito e un anno e sei mesi e sempre 10 mila euro di cauzione per la moglie.

La precisazione dell’amministratore Giudiziario della Metal Ferrosi s.r.l. “Il provvedimento di confisca non è definitivo e nessun sigillo è stato apposto o sarà apposto alle società Metal Ferrosi s.r.l. e Giada immobiliare s.r.l.. L’attività della azienda prosegue in maniera regolare”.


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