CATANIA. “Non mi fare gonfiare la minc… Giovanni, perchè vi sparo a tutti?! Vai a procurarmi i soldi”. Questa l’intercettazione emblematica che sintetizza le minacce e le intimidazioni che dovevano subire alcuni imprenditori del calatino, tra Palagonia e Militello in Val di Catania, taglieggiati da esponenti dei Santapaola – Ercolano. I Carabinieri di Palagonia, con il coordinamento della Dda di Catania, sono riusciti a documentare le estorsioni anche grazie a un intensa e delicata attività tecnica di intercettazione. Questa mattina è scattato il blitz dei militari dell’arma che hanno arrestato sei persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione tentata e consumata con l’aggravante delle modalità mafiose al fine di agevolare l’organizzazione Santapaola- Ercolano, in particolare del “gruppo del Calatino-Simeto” – spiega Francesco Gargaro, Comandante dei Carabinieri di Catania. A capo dell’organizzazione Salvatore Ferraro, 46 anni, detto Turi Vampa, che avrebbe tenuto i contatti. “E’ il figlio del noto Ciccio Vampa che negli anni ’90 era all’interno della Commissione provinciale ed era il referente della zona di Palagonia per i Santapaola – Ercolano” – aggiunge Gargaro.
Sarebbero una decina gli imprenditori del settore edile e commerciale vittime dell’organizzazione criminale sgominata oggi. “L’attività investigativa ha preso le mosse nel 2013 dalle denunce di due titolari di supermercati” – spiega Felice Pagliaro, comandante della Compagnia di Palagonia. Gli imprenditori sarebbero stati costretti con ripetute minacce e violenze anche fisiche a corrispondere da 1.000 a 5.000 euro mensili sotto forma di “pizzo”. Turi Vampa è anche il titolare di un’azienda di calcestruzzo: avrebbe imposto a chi aveva appalti e cantieri nella zona ad acquistare dalla sua impresa, oppure avrebbe costretto i costruttori ad affidare i lavori in subappalto ai suoi imprenditori “amici”. Inoltre Ferraro – è emerso dalle indagini che sono durate circa due anni – avrebbe preteso una percenturale del 2% su ogni “macchina di cemento scaricata”. Non solo minacce, ma anche violenze e danneggiamenti. Nel corso dell’indagine è stato documentato un pestaggio a una delle vittime e due danneggiamenti a un mezzo e a un’autovettura. Se alcuni imprenditori hanno denunciato, altri hanno negato anche davanti all’evidenza. Un segnale che ancora l’omertà e la complicità alla criminalità sono realtà ancora radicate e consolidate.
I NOMI DEGLI ARRESTATI. Alessandro Salvatore Ferraro, 46 anni; di Palagonia
Luigi Scuderi, 57 anni; di Palagonia
Mario Compagnino 47 anni; di Militello in Val di Catania
Rocco Farruggio, 46 anni; di Palagonia
Pierpaolo Di Gaetano, 37 anni; di Catania, già detenuto per un’altra causa
Salvatore Musumeci, 62 anni, di Palagonia
LE INTERCETTAZIONI – In una delle intercettazioni Ferraro parla con Giovanni (una delle vittime) pressandolo perchè gli paghi il pizzo. Se all’appuntamento non porterà i soldi sono pronte le rivendicazioni, e si è pronti anche ad imbracciare pistole fumanti. “Come tu non vieni alle cinque Giovà… ti sto avvisando, vengo dentro la tua porta e mi porto la macchina, tutto quello che ci avete dentro, va bene? E allora alle cinque portami i soldi, se hai i cogl…. “tanti”… mi porti 2000 euro e aggiusti le mie cose, no le tue! Perchè quando abbessu le cose alle persone mi metto sempre a disposizione! Non voglio ripetere più! Alle cinque mi porti i soldi… li porti i soldi alle cinque? Non mi fare gonfiare la minc… Giovanni, perchè vi sparo a tutti?! Vai a procurarmi i soldi. Come alle cinque tu non vieni, vengo davanti alla tua porta. Vedi che alle cinque vengo davanti la tua porta, ti sto avvisando! Ora mi avete rotto la min… Alle cinque tu non vieni?”