CATANIA – “A differenza delle altre mogli di mafiosi, non si è mai tenuta distante dagli affari illeciti”. A parlare di Grazia Santapaola, la cugina del boss Nitto arrestata l’altro ieri dai carabinieri del Ros per associazione mafiosa, è il pentito Salvatore Scavone. Si riferisce al periodo antecedente alla sua collaborazione, dunque diversi anni fa, ma precisa che all’epoca Grazia Santapaola non aveva “un suo gruppo mafioso”. “Non ci sono – così ha detto – uomini che camminano a suo nome”.
Tuttavia Scavone, il quale faceva parte – a un certo punto anche con ruoli di tutto rispetto, del clan dei Nizza – su Grazia Santapaola regala pure un’altra perla. “Se fosse nata uomo al posto di suo marito – sentenzia – il suo gruppo mafioso sarebbe stato oggi il più forte di tutti”. E ancora: “Lei si sente il sangue blu della mafia a Catania, ha vissuto la mafia in prima persona ed è orgogliosa del suo cognome”.
Privitera: “Gestisce le sue estorsioni”
A parlare di “zia Grazia” sono numerosi collaboratori di giustizia. Sam Privitera, a domanda risponde: “In merito a lei posso dire che si tratta di una vecchia donna di mafia, ha molto carisma e un ruolo nella famiglia Santapaola. Aggiungo che gestisce le sue estorsioni e le sue entrate illecite direttamente”.
“Ci sono delle estorsioni – dice Privitera – che riscuote personalmente la Zia Grazia e che gestisce solo lei. Quando io parlo del “gruppo di Grazia Santapaola” (…), intendo che è composto dai famigliari della donna (…). Si tratta di ragazzi che ha cresciuto lei e che le sono rimasti fedeli”.
La droga, secondo Privitera
Per Privitera, “Zia Grazia fino al 2020 aveva un gruppo di ragazzi” che compravano droga da lui. “Si trattava di ogni tipo di droga. La quantità acquistata si aggirava intorno ai due/tre chili per la cocaina e circa 10 chili per la erba”.
“Compravano la droga che rivendevano poi nei paesi. Non so come fosse organizzato il gruppo all’interno – ha aggiunto -. So però che c’era la quota destinata alla Zia Grazia e a Turi Amato dal momento che è stata la stessa Grazia a dare il consenso ai nipoti a fare questa attività illecita”.
Corra: “Le dissi di farsi i fatti suoi”
L’unico ad andare un po’ contro corrente è il pentito Silvio Corra. Lui racconta di aver avuto a che fare con la “Zia Grazia” solo per una discussione di soldi. C’erano ragazzi che dovevano dei soldi a Corra, in pratica, e lei si era messa in mezzo, chiedendo di non maltrattarli, che pian piano avrebbero rimesso i loro debiti.
“Solo per mettere un po’ di… niente di che, infatti neanche l’ho ascoltata, ci ho detto “fatti i fatti tuoi e non venire più”. Infatti, non ci parlavamo con lei, non ci siamo potuti più vedere”.
Nizza: “E’ la cassiera del gruppo”
Secondo Fabrizio Nizza, gli Ottantapalmi sarebbe un gruppo mafioso e non solo una associazione finalizzata allo spaccio di droga. “Grazia Santapaola, moglie di Turi Amato, è il soggetto che fa da cassiera del gruppo e dà consigli al gruppo su come comportarsi”.
Dal canto suo, Gaetano D’Aquino, reggente del Clan Cappello, non l’ha riconosciuta in foto. Ma quando le hanno detto chi fosse, ha risposto: “Sentite le generalità, la ricordo come la moglie di Turi Amato, “sangue blu” in quanto quel ramo della famiglia si definisce così, come sangue blu della mafia”. Nelle intercettazioni, è emersa la ferocia della presunta “donna di mafia“.

