CATANIA – Un decennio maledetto quello del gruppo Nizza del clan Santapaola. Dal pentimento di Davide Seminara, nel 2014, che ha fatto scovare il maxi arsenale da guerra si sono susseguiti colpi su colpi della Dda Catanese. E un ruolo cruciale lo hanno avuto i collaboratori di giustizia, tra cui l’uomo d’onore Fabrizio Nizza. Dopo il blitz Carthago 2, nel 2017, il gruppo piano piano si sarebbe ricompattato tornando in auge dopo la cattura di Andrea Nizza che era riuscito a rimanere latitante per quasi due anni.
La regia criminale del gruppo di narcos sarebbe stato – fino al suo arresto nel novembre 2019 – Lorenzo Michele Schillaci. Poi il timone sarebbe passato a Silvio Corra fino allo scorso settembre, come lui stesso ha raccontato. E dopo chi ha preso le redini dopo la scelta del cognato di Angelo Santapaola (ammazzato nel 2007) di passare dall’altra parte della barricata?
La risposta la troviamo nei verbali, che LiveSicilia pubblica in esclusiva, dei fratelli Ninni e Michael Sanfilippo che tra il 4 e il 5 giugno hanno deciso di confessare l’omicidio di Enzo Timonieri e di raccontare ai magistrati la loro “vita criminale”. Con un passato nelle file dei Cursoti Milanesi, dopo la sparatoria dell’8 agosto 2020 e la scelta del fratello Martino Carmelo, decidono di transitare nel gruppo dei Nizza.
“Dopo l’arresto di Carmelo Di Stefano nell’agosto 2020 – rivela Michael Sanfilippo – sono stato vicino al gruppo Nizza-Santapaola per i rapporti stretti che avevo con mio cugino Sam Privitera. Questo sino al momento del mio arresto avvenuto nell’aprile 2021. In questo contesto ho avuto rapporti con esponenti di altri gruppi mafiosi soprattutto per motivi legati al traffico di sostanze stupefacenti”.
Ma è Ninni Sanfilippo a dare la risposta alla domanda sul passaggio di testimone nel gruppo mafioso di Cosa nostra. Scettro che sarebbe tornato in famiglia.
“In quel periodo il gruppo Nizza – spiega – era capeggiato da Sam Salvatore Privitera e da Natalino Nizza (figlio di Giovanni, ndr). Riguardo agli affiliati del gruppo Nizza, ricordo alcuni nomi di altri appartenenti quali omissis Enzo Timonieri e altri. I nostri rapporti con Sam Privitera erano comunque legati a questioni relative al traffico di sostanze stupefacenti. Intendo dire che – aggiunge l’aspirante pentito – da quando ci siamo avvicinati al gruppo dei Nizza, la cocaina la acquistavamo da loro. Mediamente acquistavamo un chilo circa ogni venti giorni e ci veniva venduta a 40-45 mila euro in base al prezzo a cui riuscivano loro ad acquistarla”.
Tra Librino e San Cristoforo c’è fibrillazione per recuperare il vuoto di potere. E intanto altri clan potrebbero approfittarne per conquistare terreno nello spaccio di droga.