Mafia, i Nizza ancora nei guai: c'è un nuovo pentito

Mafia, i Nizza ancora nei guai: c’è un nuovo pentito a Catania

La collaborazione di Salvatore Scavone non fa dormire sonni tranquilli ai boss catanesi
CLAN SANTAPAOLA
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CATANIA – Un’altra defezione nel gruppo mafioso dei Nizza interno alla famiglia di Cosa nostra catanese. Un altro pentito a Catania. Lo chiamano Pop Corn. Ma in realtà questo nomignolo è una storpiatura di quello vero che è Pappagone. Ma intanto, Salvatore Scavone, nel verbale di interrogatorio ha fatto appuntare ai magistrati e agli investigatori entrambi i nickname. Che in verità sono del papà Nuccio, morto lo scorso anno. 

Il 37enne, già conosciuto per il suo coinvolgimento nelle maxi inchieste sulla famiglia Santapaola-Ercolano ‘Stella Polare’ e ‘Ghost’, è diventato collaboratore di giustizia pochissime settimane fa. “Ho capito che la vita che facevo era un male per i miei figli e volevo dare loro un futuro diverso”.

Scavone è un nome che conta. Perché ha preso un po’ le redini del gruppo dopo il pentimento di Silvio Corra e l’arresto di Lorenzo Michele Schillaci. La discovery della sua scelta di voltare faccia alla criminalità organizzata è arrivata perché le sue dichiarazioni sono già finite nei faldoni di alcuni processi in corso al Palazzo di Giustizia di Catania.

Turi pop corn è conosciuto anche per essere il genero acquisito di Rosario Lombardo, o meglio Saro ‘u rossu. Per comprendere bene, Scavone convive con la figlia della nuova compagna del mafioso di Cosa nostra. Lombardo vanta già diverse condanne definitive, ma per motivi di salute (ha una patologia cardiaca) sta scontando ai domiciliari. Eppure questo, alcuni anni fa, non lo ha fermato dal diventare tra i più fidati consiglieri di Francesco ‘colluccio’ Santapaola e Marcello Magrì, quest’ultimo ha preso il ruolo di reggente della famiglia di Cosa nostra Catanese dopo l’arresto del boss di ‘sangue’. Nell’inchiesta Carthago 2, infatti, sono documentati i summit al viale Biagio Pecorino, proprio a casa del suocero del nuovo pentito. Rosario Lombardo, dopo la cattura di Marcello Magrì nel 2016, ambiva a diventare ‘il capo’, peccato però che a mettersi di traverso ci pensò il delfino degli Ercolano, Antonio Tomaselli ‘penna bianca‘, poi finito in manette nel 2017 nella retata ‘Chaos’. 

“Sono entrato nel clan Santapaola sin dal 2009, ho fatto parte del gruppo dei Nizza”, racconta il pentito. Una militanza mafiosa quindi di oltre 12 anni. Salvatore Scavone potrebbe portare molto scompiglio agli attuali assetti mafiosi. I suoi verbali sono pieni di omissis. E leggendo tra le righe si comprende bene che molti sono gli input investigativi sulle dinamiche interne al clan Santapaola-Ercolano, in particolare sul traffico di droga. Con i pm della Dda di Catania pare abbia condiviso anche conoscenze dirette e indirette su fatti di sangue. Anche recentissimi. 

Pare un’epidemia quella dei pentiti all’interno dei Nizza. Ma d’altronde anche l’uomo d’onore Fabrizio Nizza (fratello dei boss Daniele, Giovanni, Salvatore e Andrea) ormai quasi 7 anni fa decise di cambiare marcia e vuotare il sacco alla magistratura. E dopo (e prima) di lui sono molti quelli che hanno deciso di accedere alla collaborazione: Davide Seminara, autista di Andrea Nizza, i soldati dei narcotrafficanti Salvatore Cristaudo e Angelo Bombace. Ma poi il livello si è alzato con la scelta, nel 2020, di Silvio Corra, reggente del gruppo di Nizza e cognato di Angelo Santapaola, ammazzato nel 2007 dalla cupola. A Corra, Francesco ‘colluccio’ Santapaola, cugino di secondo grado di Nitto e arrestato nel blitz Kronos nel 2016, aveva affidato il compito di ricomporre le fila del gruppo dopo il pentimento di Fabrizio Nizza e la latitanza del fratello Andrea. I suoi racconti accomunati ora a quelli di Scavone potrebbero blindare processi, fornire riscontri a indagini in corso e aprire nuove inchieste. 

Meno di un anno fa hanno deciso di collaborare con la giustizia anche i fratelli Ninni e Michael Sanfilippo, ex Cursoti Milanesi migrati con i Nizza dopo il duplice omicidio al viale Grimaldi dell’8 agosto 2020. I loro racconti hanno portato all’arresto di Natalino Nizza – figlio di Giovanni, uno dei fratelli narcos – e Sam Privitera per l’omicidio di Enzo ‘Caterina‘ Timonieri, ucciso e poi seppellito tra le dune di Vaccarizzo.


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