PALERMO– L’ex mafioso di Bagheria Sergio Flamia, che da mesi collabora con i magistrati di Palermo, sta facendo rivelazioni anche sul mancato blitz che, secondo gli inquirenti, avrebbe potuto portare alla cattura del boss Bernardo Provenzano già ad ottobre del 1995. La vicenda, raccontata dal confidente Luigi Ilardo, è costata al generale dei carabinieri Mario Mori l’accusa di favoreggiamento aggravato alla mafia: per i pm l’ufficiale non avrebbe proceduto all’arresto del boss in virtù di un accordo stretto col padrino corleonese con cui aveva avviato una trattativa. Ma Flamia, un passato da collaboratore dei servizi segreti, tornato in carcere a maggio scorso, avrebbe pesantemente messo in dubbio la credibilità di Ilardo, personaggio chiave del processo a Mori sulla cui attendibilità avevano espresso riserve anche i giudici che assolsero, a luglio, l’ufficiale. Le dichiarazioni del pentito bagherese, che sta collaborando con i magistrati anche per svelare i retroscena dell’ultimo omicidio di mafia, quello del boss Giuseppe Di Giacomo, verranno depositate al processo di appello a Mori la cui data di inizio non è stata ancora fissata.
(Fonte ANSA)