"Io, la mafia e la politica" | Parla il pentito Lo Verso - Live Sicilia

“Io, la mafia e la politica” | Parla il pentito Lo Verso

Sul mensile S l'intervista esclusiva a uno degli uomini che vissero a stretto contatto con il padrino di Corleone. Nel suo racconto il ritorno a Ficarazzi e i rapporti fra i boss e il potere.

L'ex autista di Provenzano
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PALERMO – La rinuncia al programma di protezione, il ritorno a Ficarazzi e i rapporti fra boss e potere. Parla Stefano Lo Verso, ex autista di Provenzano e oggi pentito. In un lunga intervista pubblicata sul numero di S di questo mese il collaboratore di giustizia ripercorre la sua carriera criminale prima della scelta di chiudere con il passato “per ritrovare la dignità e restituirla alla sua sua famiglia”. Racconta di Provenzano che “se l’è fatta franca perché era aiutato da qualche uomo delle autorità” e di quel “politico nazionale che ho visto con un capomafia di Bagheria”. E poi un invito rivolto Toto’ Cuffaro e Mimmo Miceli, entrambi in carcere per scontare condanne definitive, “perché non vanno dai magistrati e raccontano tutto quello che sanno? E invece continuano a proteggere altri”.

Lo Verso conosce bene la mafia da cui ha deciso di prendere le distanze: “L’80% dei mafiosi è fatto di spioni e tragediatori. Prima tentano di fare arrestare il nemico e se non ci riescono lo ammazzano. Provenzano non si fidava di nessuno. In 100 metri cambiava tre autisti. Diceva: ‘Un latitante lo prendono solo se qualcuno lo indica con il dito’”. Il collaboratore si è lasciato alle spalle la militanza in Cosa nostra. Ha raccontato i segreti della mafia di Ficarazzi, Villabate e Bagheria. E mille altri sono ancora gelosamente custoditi nei verbali da lui riempiti davanti ai magistrati della procura di Palermo. Di nomi e cognomi l’ex autista di Provenzano ne ha fatti parecchi. Molti si conoscono già. Altrettanti sono top secret. Si tratta di politici e professionisti. “I mafiosi che stanno nei palazzi del potere”, li definisce Lo Verso. Ed è soprattutto nei Comuni che “Parliamoci chiaro c’è sempre la mafia. Ci vogliono persone all’interno dei Comuni che portano le notizie all’esterno. Chi deve fare i lavori, i progetti che si devono fare, chi deve vincere, i piani per lo sviluppo del paese. A Ficarazzi la mafia c’è sempre stata e tutti in paese sanno chi erano e chi sono i mafiosi. Pure i bambini. Ora se lo sanno tutti, lo sanno pure i politici e gli amministratori. Eppure sono in contatto con loro. Per paura ci si fa il favore, si chiude un occhio e magari il terreno agricolo lo si fa diventare edificabile”.


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