PALERMO – La Procura di Palermo ha chiesto la condanna a quasi 3 secoli di carcere per 28 imputati, tra presunti capimafia, gregari ed estorsori di Brancaccio e Santa Maria di Gesù. Il processo nasce dall’inchiesta denominata “Stirpe II”.
Al processo sono costituiti parte civile il Comune di Palermo, assistito dall’avvocato Ettore Barcellona, la Fondazione Falcone e il Centro Pio La Torre, con l’assistenza dell’avvocato Francesco Cutraro, il Fai, Solidaria, Sos Impresa, Confcommercio Ospedale Civico, Condotta San Leonardo e Consorzio di Bonifica.
Le richieste di pena
Queste le pene richieste: Vittorio Emanuele Bruno 9 anni, Ludovico Castelli 14, Francesco Catalano 2, Paolino Cavallaro 10, Girolamo Celesia 10 (il boss del bacio in bocca) , Settimo Centineo 8, Antonio Chiappara 16, Tommaso Militello 15, Maria Mirabella 2 e 4 mesi, Michele Mondino 10, Rosario Montalbano 14, Antonino Mulè 10, Tommaso Nicolicchia 16, Giuseppe Orilla 14, Onofrio Palma 16, Giuseppe Parisi 10, Pietro Parisi 10, Vincenzo Petrocciani 14, Andrea Seidita 10, Gaetano Terrana 8, Luciano Uzzo 8, Maurizio Di Fede 18, Giuseppe Ciresi 12, Antonietta De Simone 2 e 4 mesi, Vincenzo Di Fede 3 anni e 4 mesi, Gioacchino Di Maggio 8 anni, Pietro Garofalo 18, per Francesco Greco 12, Antonino Lauricella 16, Antonino Lo Nigro 18, Ignazio Lo Monaco 14 e Salvatore Lotà 16.
Offese contro Falcone e Borsellino
Il procedimento nasce da una indagine che fece luce sugli affari e sull’organigramma dei clan. Nel corso dell’inchiesta venne fuori una intercettazione del boss Maurizio di Fede che invitava una amica a non far partecipare il figlio alle manifestazioni organizzate per commemorare il giudice Falcone dalla fondazione a lui intitolata. “Non ci immischiamo con Falcone Borsellino”, diceva.