La Dia e il Gico della Guardia di Finanza di Palermo hanno sequestrato beni per oltre 5 milioni di euro a un imprenditore agrigentino, oggi deceduto, condannato, in via definitiva, per associazione mafiosa. Il provvedimento è stato esteso agli eredi, grazie a una legge del 2008. Sotto sequestro è finito il patrimonio aziendale, societario e personale dell’imprenditore: conti correnti, terreni, fabbricati e una avviata attività aziendale. La misura patrimoniale è stata disposta dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Agrigento su proposta della Procura di Palermo.
L’imprenditore è Arturo Messina, morto nel 2008. Già sorvegliato speciale, è stato condannato con sentenza definitiva a 7 anni e quattro mesi di reclusione per estorsione continuata in concorso e all’ergastolo per associazione mafiosa e omicidio. A suo carico le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Pasquale Salemi, Daniele Sciabica e Giovanni Brusca. La morte dell’imprenditore non ha impedito l’applicazione della misura di patrimoniale nei confronti dei beni ereditati dai familiari. Il provvedimento di sequestro ha riguardato conti correnti, diversi terreni e fabbricati nella provincia di Agrigento ed un avviato panificio nel quartiere Villaseta di Agrigento.