Mafiosi con il reddito di cittadinanza, scatta il blitz: i particolari - Live Sicilia

Mafiosi con il reddito di cittadinanza, scatta il blitz: i particolari

La scoperta della Guardia di Finanza
L'INDAGINE
di
2 min di lettura

BARI – I Finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, a conclusione di complesse indagini finalizzate a verificare la regolare percezione del ”reddito di cittadinanza”, hanno denunciato all’ Autorità giudiziaria complessivamente 109 soggetti poiché avrebbero percepito illecitamente il sussidio economico per un ammontare complessivo di oltre 900 mila euro.

In particolare, per definire i target da sottoporre a controllo, si è proceduto a individuare i soggetti gravati da una sentenza di condanna definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso o per altre gravi fattispecie delittuose aggravate dal ”metodo” e/o dalla ”finalità” mafiosi. I dati così acquisiti sono stati incrociati con le pertinenti risultanze estrapolate dalle banche dati in dotazione alla Guardia di Finanza, isolando 109 soggetti residenti in provincia di Bari.

Le indagini

Dalle indagini è emerso che – in violazione della normativa di riferimento – numerosi richiedenti il beneficio (prima o dopo la presentazione della relativa istanza all’Inps) hanno omesso di comunicare di essere gravati da una sentenza penale di condanna definitiva, emessa dalla competente Autorità giudiziaria nel decennio precedente, per il reato di associazione di tipo mafioso o per altre fattispecie delittuose connesse ad attività mafiose.

Tra gli indebiti beneficiari del ”reddito di cittadinanza” è stato individuato un esponente di spicco di un clan attivo nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani, condannato in via definitiva, oltre che per il reato di associazione mafiosa, anche per il tentato omicidio di un affiliato alla fazione criminale opposta.

Detenuti ma percettori del reddito

In altri casi è stato, invece, appurato come i componenti dei nuclei familiari percettori (prima o dopo la presentazione dell’istanza) avessero omesso di comunicare all’Inps la presenza di un soggetto convivente gravato da precedenti penali o in stato detentivo. Nello specifico è stata accertata l’illegittima erogazione del beneficio ai conviventi di boss ed esponenti di primo piano della criminalità barese (clan ”Capriati” e ”Di Cosola”) e di quella attiva nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani (clan Cannito-Lattanzio”), condannati in via definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso, oltre che, in taluni casi, per omicidio, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi.

Gli esiti delle investigazioni svolte sono stati comunicati anche ai competenti uffici dell’Inps per l’adozione dei prescritti provvedimenti di decadenza o di revoca dei benefici illecitamente erogati e per l’avvio delle necessarie azioni di recupero dell’indebito percepito.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI