Si è fermato per circa un’ora il Palazzo di Giustizia di Palermo. La conferenza stampa che si è tenuta oggi intorno alle ore dodici, ha visto coinvolti non solo gli esponenti della magistratura ordinaria, amministrativa e tributaria, ma anche tutti i dipendenti pubblici, che garantiscono il
funzionamento della macchina giudiziaria. Al centro, le motivazioni della protesta contro la manovra finanziaria del Governo, al vaglio del Parlamento. “Noi abbiamo il dovere di contribuire, vista la difficile congiuntura economica che attraversa il nostro Paese” spiega il sostituto procutratore Nino di Matteo, in veste di segretario provinciale dell’Associazione Nazionale Magistrati, che ha presieduto la conferenza stampa . “La manovra – continua di
Matteo – incide unicamente sul pubblico impiego, e conseguentemente anche su tutto il comparto giustizia. Perchè non colpire anche gli evasori fiscali? I patrimoni illeciti? Le ricchezze dei settori privati?”. I magistrati ad essere più colpiti dalla manovra, secondo l’Anm, sono i più giovani, il cui stipendio verrà ridotto del 30%. Parla di “emorragia dalle procure” il sostituto di Matteo: “Tutto ciò disincentiva i giovani ad approcciarsi alla professione, provocando una carenza di organico”. La protesta della magistratura non si limita solo ai tagli che la manovra finanziaria approvata dal governo prevede. Questa infatti “è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso della nostra pazienza. La nostra protesta è contro i continui attacchi alla nostra indipendenza” continua di Matteo, fa rifetrimento a una realtà “mistificata”, in cui la magistratura è definita sempre più spesso come una “casta privilegiata”. I termini di paragone con i parlamentari, sono subito sfatati: reddito molto più basso, nessun privilegio, nessun alloggio garantito, nessun autista e nessun auto a disposizione, se non per quei magistrati sottoposti a protezione.
Fernando Asaro, della Giunta Distrettuale ANM, rivendica il “diritto ad essere rispettati da chi rappresenta le istituzioni” e segnala “proclami minacciosi di riforme quali il processo breve, le intercettazioni e la separazione delle carriere, che vengono presentati dal Governo come fossero prorità, quando invece non lo sono affatto”. Oltre allo scipero della magistratura, che si terrà il primo di luglio, la giunta esecutiva centrale dell’ANM ha indetto una protesta che avrà luogo dal 21 al 25 giugno: in questi giorni le udienze si terranno solo se saranno soddisfatte tutte le previsioni di legge. Le sostituzioni che i magistrati sono costretti ad operare quotidianamente, costretti molto spesso a svolgere funzioni di cancelleria, nella quale spesso, manca anche la carta. Ad aderire allo sciopero anche ANMA: il settore amministrativo della magistratura ha
proclamato due giorni di scipero, per tutte le pubbliche udienze.
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