SIGONELLA. Il maltempo che in questi mesi ha colpito la zona catanese ha acceso il dibattito sull’importanza delle previsioni meteo. E in particolare sulla rete delle fonti qualificate a cui si devono appoggiare le amministrazioni locali al fine di attivare il dispositivo di protezione civile. Gli eventi climatici che si sono abbattuti ad inizio novembre sulla costa orientale, provocando ingenti danni specialmente ad Acireale, hanno fatto emerge alcune falle del sistema. Anche la descrizione dei fenomeni, soprattutto in rete, viene fatta a volte in maniera superficiale. “Diffidare da chi non ha un’adeguata preparazione – dichiara il Capitano Simone Bruni, ufficiale meteo della base aeronautica di Sigonella – poi ognuno è libero di ascoltare le opinioni che vuole”.
L’ufficio meteorologico della base di Sigonella fornisce informazioni meteo ai piloti dell’aeronautica, sia a livello nazionale che a livello Nato. Il servizio, attivo 24 ore su 24, svolge, inoltre, attività di osservazione sui cambiamenti climatici che possono verificarsi nella nostra zona.
La corretta valutazione dei dati risulta di fondamentale importanza per le istituzioni locali che devono gestire, come detto, le eventuali allerte meteo diramate dalla Protezione Civile.
Anche se l’intensità dei fenomeni che sono avvenuti ultimamente ha fatto ridestare l’attenzione sul presunto cambiamento climatico che sta attraversando il bacino del mediterraneo, non possiamo parlare di fenomeni propriamente “tropicali”. “Abbiamo pochi dati, le serie storiche partono in alcuni casi dal 1910 – afferma l’ufficiale – per altre stazioni meteorologiche partiamo dagli anni cinquanta”.
Nell’area mediterranea i fenomeni sono più localizzati, il bacino è più piccolo rispetto agli oceani e anche le temperature dell’acqua sono diverse. I fenomeni di estensioni notevoli come i tornado “si possono prevedere – continua Bruni – per le trombe d’aria la questione è molto diversa, noi abbiamo un sistema di osservazione molto ampio in Italia e in tutto il mondo, molte zone, soprattutto in mare non sono coperte e quindi non abbiamo dati da inserire nel sistema”.
Nel sistema di previsione gioca un ruolo fondamentale la rete di stazioni dislocate sul territorio: “Per fare un esempio – afferma l’ufficiale – tra Gela e Trapani non ci sono stazioni, l’estensione del territorio è notevole, se dovessero verificarsi in quelle zone variazioni di temperatura e di pressione di una certa entità e che possono causare fenomeni anche di una certa intensità, noi non possiamo rilevarle”. Quelle eventualmente presenti sul territorio non sono registrate: “Una cosa molto importante da dire – continua il capitano – è che noi adottiamo i parametri indicati dall’organizzazione meteorologica mondiale per tutte le nostre stazioni, esse sono uguali in tutto il mondo”. Per migliorare l’accuratezza delle previsioni bisognerebbe mettere in opera altre stazioni, ma, tutto ciò deve essere fatto, secondo il meteorologo, “tenendo conto di alcune caratteristiche come l’omogeneità del territorio, perché non tutti i punti sono adatti, e, naturalmente, del budget a disposizione”.
L’unità meteo di Sigonella, in collaborazione con l’Ingv, effettua inoltre la mappatura delle nubi di cenere vulcanica che si formano a seguito dell’attività eruttiva dell’Etna. Attività fondamentale per la sicurezza dello scalo aeroportuale.