25 Dicembre 2017, 18:38
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CATANIA – Salta fuori anche il nome del neo governatore Nello Musumeci nella schiera di ricorsi intentati a Catania contro i rappresentanti eletti all’Ars pur non avendo rispettato la legge Severino, al momento della presentazione delle candidature. A chiedere l’annullamento dell’elezione del presidente della Regione siciliana è in questo caso Giovanna Grasso, candidata non eletta del Movimento 5 Stelle iscritta nelle liste elettorali di Acicatena. I risultati delle elezioni regionali del 5 novembre continuano così ad essere messi in discussione, finendo ora più concretamente nelle aule dei tribunali. La Grasso – assistita dall’avvocato Rocco Mauro Todero – avendo preso visione degli atti e dei documenti presentati da Musumeci, avrebbe appurato il mancato riferimento alla certificazione, obbligatoria per legge, di insussistenza di causa d’incandidabilità.
Il ricorso è indirizzato anche a Gianfranco Miccichè, neo presidente dell’Ars, e a diversi deputati eletti nella lista In Sicilia Nello Musumeci presidente: Bernardette Felice Grasso, assessore regionale alle Autonomie locali; Giovanni Di Mauro, vice presidente vicario dell’Assemblea regionale siciliana; Girolamo Turano, assessore regionale attività Produttive e le deputate Giuseppa Savarino e Amata Elvira.
Secondo la ricorrente, Musumeci non avendo corredato i documenti della citata dichiarazione “doveva essere cancellato dalla lista regionale”. La proclamazione sarebbe quindi avvenuta in “violazione dell’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo n. 235/2012 che disciplina le modalità di presentazione delle candidature regionali con la conseguente mancata osservanza delle forme sostanziali del procedimento elettorale” e sarebbe pertanto illegittima. A monte del caos ci sarebbe stato un errore nei moduli da compilare per depositare le liste. Le carte predisposte dagli uffici elettorali non contemplavano già in partenza il riferimento alla nuova legge Severino, riportando solo la vecchia, di certo meno restrittiva, norma. Molti rappresentanti avrebbero comunque integrato l’atto mancante. Ma altri invece no, omettendo così di dichiarare di non aver riportato condanne definitive per determinati reati.
Ma la Grasso è solo l’ultima in ordine di tempo ad aver presentato ricorso in relazione alla questione del decreto Severino. Fra i primi ad averlo già fatto sono Danilo Festa, difeso dall’avvocato Antonino Landro, e candidato nella lista “I cento Passi “ Per Claudio Fava presidente, e Filippo Privitera, in corsa all’Ars con la lista “Idea Sicilia -Popolari e autonomisti – Musumeci presidente”, assistito dal legale Mauro Di Pace. L’obiettivo di numerosi non eletti, molti dei quali hanno raccolto un buon numero di voti, è infatti quello di ottenere dal tribunale una ripartizione dei seggi che escluda ora i candidati non in regola con i moduli.
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25 Dicembre 2017, 18:38