PALERMO – La Sicilia è tra le regioni con più persone arrestate per reati ambientali lungo le coste e nei mari. È questo il quadro che emerge dal dossier “Mare Monstrum”, presentato da Legambiente.
I dati del dossier
Il 48,7% dei reati è stato accertato in tre regioni a tradizionale presenza della criminalità organizzata: la Campania che guida la classifica nazionale con 3.345 reati, pari al 17,1% del totale nazionale, seguita da Puglia (2.492 reati), dalla Sicilia (2.184). Nella speciale ‘classifica’ delle persone denunciate e arrestate, la Sicilia è al terzo posto con 2.243, dietro a Puglia (2.465) e Campania, con 3.154.
La classifica regionale dei reati nel ciclo del cemento vede al primo posto sempre la Campania, con 1.727 illeciti penali; al secondo posto si colloca la Puglia, con 1.282 reati (12,4%) e al terzo la Sicilia, con 1.047 reati (10,1%).
La Sicilia è però prima nella speciale classifica dei reati legati alla pesca di fondo. Nel 2022 sono state oltre 400 le tonnellate complessive di prodotti ittici sequestrate, quasi 1.097 chilogrammi al giorno. La Sicilia primeggia, con oltre 129 tonnellate.
“Siamo costantemente impegnati”
La direttrice di Legambiente Sicilia, Vanessa Rosano, commenta così il dossier: “Siamo costantemente impegnati in attività di monitoraggio e di volontariato che vanno dal monitoraggio degli scarichi illegali e la mala depurazione alla denuncia del cemento illegale, o il monitoraggio del beach litter con la campagna “Spiagge e fondali puliti”.