“Considero l’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo un monumento al lavoro di due magistrati che hanno permesso per la prima volta la vittoria dello Stato contro Cosa Nostra e la caduta del mito dell’impunibilita’ della mafia”.
Cosi’ Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso il 23 maggio del ’92 a Capaci, ha aperto gli interventi che questa mattina celebrano il 17mo anniversario della strage.
“Ogni anno – ha aggiunto Maria Falcone – ricordare le vittime delle stragi del 1992 e’ una grande emozione. Ma ogni anno c’e’ un po’ di speranza in piu’. Saranno i giovani a creare quel capovolgimento culturale che ci permettera’ di riappropiarci del nostro territorio. Qualsiasi risultato repressivo – ha detto ancora Maria Falcone – non puo’ essere duraturo se non si accompagna a una rivoluzione culturale che consenta la nascita di un modello nuovo contro clientelismi e sopraffazione e affermi i valori della legalita’ democratica”. E ha concluso: ” Palermo a poco a poco alza la testa”, anche se “il cammino e’ lungo” e “il lavoro dei giovani si e’ trasformato per tutti in lezione di legalita’”.
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