Maria Grazia faceva sogni bellissimi | "Ti stregava col suo sorriso" - Live Sicilia

Maria Grazia faceva sogni bellissimi | “Ti stregava col suo sorriso”

Era molto amata Maria Grazia Modesto, la ragazza di venticinque anni morta all'Addaura in un incidente. In tanti la piangono alla camera ardente.

PALERMO– Ma tu perché sei qui, Maria Grazia? Maria Grazia è qui, in una bara bianca, al cimitero dei Rotoli, perché è morta in un incidente stradale. E pare addormentata. Ed è bellissima, anche nell’ultimo sonno. Di quella bellezza che viene da un cuore speciale, così anche il corpo, quando si arrende, conserva intatto il segno di un’anima amata da tutti. Maria Grazia Modesto si è arresa in un maledetto giorno d’agosto, a venticinque anni, con l’estate che le correva nelle vene. Estate su estate. Risate a piena gola su risate a piena gola. E poi la morte, oltre una curva dell’Addaura, a Mondello. Chi è intervenuto sta cercando di capire cosa sia successo. Forse un malore. Forse un colpo di sonno. Nel punto dell’impatto c’è una striscia bianca e rossa che copre cose disperse, pezzi di cose che avevano un nome. La gente ha fretta e urgenza del tuffo. “Scusi, si può scostare, dobbiamo andare a mare”. Il mare è lì, sullo sfondo. Una striscia blu che luccica e si muove. Qualcuno ne approfitta per un elogio del posteggiatore abusivo della zona che, adesso, non controlla più il suo gregge di macchine, perché è a sua volta controllato. Ne discenderebbe un deficit di sicurezza. Il marketing estremo dell’illegalità non ha pudore.

Chi era Maria Grazia? Quello che si può fare è cercare le sue tracce, seguendo le orme di chi le vuole bene, la linea d’oro della sua bellezza che conduce alla vena principale. Un amico di Facebook la racconta così: “Era una persona magnifica, brillante, dolce e tenera. Educata e garbata nei modi. Con una forza vitale unica, che le avrebbe permesso di affrontare qualsiasi cosa. Che Dio l’abbia in pace”. Un’amica alla camera ardente dei Rotoli digita la pienezza del suo affetto con un sms: “Si era laureata in Scienze delle Formazione un anno fa. Insegnava a Palermo. Faceva la maestra ed era felice. Il suo sorriso ti stregava. Amava Robbie Williams e ogni volta che lo ascoltava diventava rossa. E noi la prendevamo in giro quando eravamo più piccoli”. Segue un 🙂 sul display. Nel linguaggio visivo che sostituisce la sintassi delle parole, è un sorriso. Una goccia di sole in un mare di pioggia.

Maria Grazia è qui. Dove non dovrebbe essere. In mezzo a foto vecchie e dolcissime su lapidi scrostate. Espressioni compunte, abiti tagliati sui canoni estetici del secolo scorso. Nomi scolpiti sul cemento, in povere tombe appena abbozzate. Cipigli severi, facce scure. Sono i morti. I vivi che li hanno sepolti al cimitero dei Rotoli hanno spesso scelto un’immagine ufficiale a corredo del cordoglio. Il cimitero è una cosa seria, con le frasi d’occasione che i superstiti hanno messo in bocca ai defunti: “Vi voglio bene…. Vi penso dal cielo… Mi mancate…”. E’ un trucco, uno stratagemma del dolore. La promessa di incontrarsi ancora sulla fisionomia scultorea di chi non c’è più, apposta da chi c’è ancora per limitare i morsi dell’assenza.

Non ci sono parole per Maria Grazia. C’è una processione in lacrime. Salgono gli scalini della camera ardente. Sfiorano la bara. In silenzio tornano giù. Perfino il seppellitore di turno – uno per cui il trapasso è la normalità – si commuove. Sussurra: “A’ picciridda…”. Maria Grazia Modesto indossa una camicetta verde. Le mani in croce sul rosario. E pare addormentata. Pare che debba alzarsi da un momento all’altro, tanto incongrua è la sua presenza nel passaggio di non ritorno.

Aveva sogni luminosi e chiari, questa ragazza amata. Li conservava nel suo diario su fb. Scriveva: “Non è vero che le maestre hanno sempre ragione, ma ad ogni modo … loro, gli insegnanti, o almeno alcuni di essi, tracciano solchi che segnano il nostro cammino, imprimono direzioni al nostro movimento, aggiungono ingredienti decisivi alla pasta di cui siamo fatti…”. Era una citazione, entrata dentro e maturata, diventata ragione di un impegno e di gioia. Era una vita fa. Era un solco tracciato, prima della curva dell’Addaura. Eppure Maria Grazia è ancora estate che non smette di dare coraggio, nell’inverno che avanza. Lo dicono le molliche d’amore sparse sul cammino. Goccia di sole che resiste, in questo mare di pioggia.

 


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