FAVARA (AGRIGENTO) – Nuova corsa contro il tempo per i soccorritori impegnati nelle ricerche di Marianna Bello, dispersa a Favara da diciassette giorni. La donna di 38 anni, madre di tre figli, lo scorso primo ottobre è stata travolta dalle piogge che si sono abbattute sulla provincia di Agrigento. Si trovava dentro la sua auto quando ha tentato di mettersi al sicuro, uscendo da mezzo, ma è stata travolta dalla furia dell’acqua.
Gli oggetti ritrovati
Da allora, a parte il recupero di alcuni oggetti personali, nessun percorso ha condotto al suo ritrovamento. Prima della nuova ondata di maltempo prevista per domenica, i soccorritori tenteranno di setacciare più aree possibile: le piogge potrebbero far cambiare nuovamente lo scenario, rendendo le operazioni ancora più complesse.
L’appello del sindaco
Le condizioni dei terreni in cui si concentra la massiccia attività di ricerca, sono anche oggi complicate. Difficile che vengano usate le ruspe dei vigili del fuoco perché, dopo i temporali dei giorni scorsi, potrebbero restare intrappolate nel fango. Il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, ha nel frattempo lanciato un appello alla prudenza, rivolto anche ai tanti cittadini volontari che si sono uniti alle ricerche. “Chiedo di non mettere in campo attività di ricerca spontanee e non autorizzate: come detto si tratta di luoghi impervi e potenzialmente pericolosi, quindi fate massima attenzione”.
Dispersa a Favara: “Nessuna raccolta fondi autorizzata”
“Mi hanno riferito – aggiunge il primo cittadino – che ci sarebbero persone che raccontano di aver avviato una raccolta fondi per sostenere economicamente la famiglia di Marianna Bello. Non esiste al momento alcuna raccolta autorizzata, diffidate quindi da chiunque vi chieda soldi”.
La comunità ancora col fiato sospeso
L’intera comunità resta dunque con il fiato sospeso a Favara. Quello che è accaduto alla donna ha profondamente colpito tutti. Preghiere e speranze hanno scandito ogni giornata di queste settimane d’angoscia, ma di Marianna Bello, ancora nessuna altra traccia. Vigili del fuoco, forze dell’ordine, protezione civile, centinaia di volontari delle associazioni, oltre alla guardia costiera e alle unità cinofile, con tanto di cani molecolari, hanno battuto palmo a palmo ogni angolo. Dalla campagna al mare, ogni area è stata passata al setaccio, ma le ricerche non si fermano.

