“Anche durante la sua recente passerella elettorale a Lampedusa, Salvini ha ripetuto che ‘quando sarà al governo fermerà gli sbarchi’: forse qualcuno dovrebbe ricordargli che lui è già al governo, da un anno e mezzo. E dal momento che continua a dire che fermare gli sbarchi è una priorità e sostiene di poterci riuscire da un giorno all’altro, mi chiedo come mai nel corso dell’ultimo anno e mezzo, cioè da quando la Lega è di nuovo al governo del Paese, gli sbarchi ci sono sempre stati”. Lo scrive Totò Martello, capogruppo del Pd al comune di Lampedusa e Linosa ed ex sindaco, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook (da qui riprendiamo la foto) che segue analoga reprimenda su Giorgia Meloni.
“È troppo comodo giocare a fare l’uomo di opposizione mentre guidi un partito che è al governo con tanto di ministri e sottosegretari. Oltretutto – aggiunge Martello – da due mesi la Lega è anche alla guida del comune di Lampedusa con un suo rappresentante, un ‘salviniano doc’, che prima di essere eletto stava giorno e notte al porto a fare dirette Facebook sugli sbarchi, urlando ai quattro venti che la Lega avrebbe fermato tutto ed arrivando persino a voler bloccare il trasferimento dei migranti dal molo Favaloro al centro di accoglienza: da quando è ai vertici dell’amministrazione comunale, improvvisamente tace. Proprio nelle scorse ore a Lampedusa è arrivato l’ennesimo barcone dalla Libia con più di 350 persone a bordo, nel silenzio di tutti, come se bastasse non parlare di ciò che succede per cancellare la realtà”.
“Il tema dei flussi migratori – conclude Martello – è troppo delicato e complesso per potere essere piegato alla propaganda elettorale. Stiamo parlando di persone, non di numeri: esseri umani come noi che hanno i loro diritti da tutelare. Stiamo parlando del lavoro di chi, quotidianamente, è impegnato nelle operazioni di soccorso ed assistenza. Stiamo parlando di territori di frontiera le cui comunità, da anni, compiono enormi sacrifici per tenere alto il valore dell’accoglienza e della solidarietà. Di fronte a tutto questo servirebbe serietà, invece delle bugie e degli slogan”.