Massoneria, parlano i fedelissimi |“Labisi, ecco tutta la verità” - Live Sicilia

Massoneria, parlano i fedelissimi |“Labisi, ecco tutta la verità”

Due massoni agli arresti rispondono ai magistrati. I PARTICOLARI

DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
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CATANIA – “Uomini di legge” sarebbero legati all’obbedienza del gran maestro Corrado Labisi, arrestato nella maxi inchiesta della Direzione investigativa antimafia guidata da Renato Panvino. Un’inchiesta coordinata dal procuratore capo Carmelo Zuccaro e affidata al sostituto Fabio Regolo.

Due sono i fedelissimi di Labisi che hanno accettato di rispondere alle domande degli inquirenti, ma per loro non sono state annullate le misure degli arresti domiciliari

IL “FRATELLO” -Giuseppe Cardì lavora da 11 anni per Corrado Labisi, è una delle persone a lui più vicine, che ha fatto anche da autista al Gran maestro.

Ma il loro non è un rapporto di lavoro, la Procura contesta l’esistenza di un vincolo associativo tra lui, Labisi e gli altri indagati. Il vincolo, secondo quanto avrebbe detto Cardì ai magistrati, sarebbe di tipo massonico, tanto da parlare al plurale quando si tratta della Serenissima loggia del Sud. Cardì avrebbe parlato della sede di via Etnea della loggia, della quale Labisi era il sovrano e lui avrebbe cercato di attenersi ai compiti di un massone, anche nei momenti difficili.

La loggia di Labisi non si riuniva solo nel palazzo nobiliare di via Etnea, in alcuni casi anche all’Hotel Nettuno, che avrebbe spiccato fatture pagate, in alcuni casi, con i fondi destinati ai più bisognosi. E quando il magistrato chiede, esplicitamente, chi pagasse per le riunioni al Nettuno, Cardì conferma che era sempre Labisi. La Procura sostiene che i fondi provenivano dalle casse della Lucia Mangano. Cardì spiega che, apparentemente, pagava Labisi con un assegno, poi, chi coprisse i costi dei vari premi, i biglietti aerei e i ristoranti, lui non lo sapeva.

I “FRATELLI” – Cardì avrebbe parlato di persone che non gli piacevano all’interno della loggia. Lui avrebbe cercato di creare una vera massoneria, ma in questo, non sarebbe riuscito. Lo ammette durante l’interrogatorio.

Nel passato avrebbero aderito alla loggia persone di tutti i tipi, onesti e disonesti. Ma, da sempre, la massoneria ha cercato di arruolare persone importanti. “Persone della legge”, che intervenivano come fratelli delle logge.

BUSTE PAGA TAROCCATE – Alcune buste paga sarebbero state taroccate per creare dei fondi che poi venivano utilizzati da Labisi. Cardì ammette di essere stato leggero e che il gran maestro tentava di giustificare il suo comportamento parlando di burocrazia.

CONTINUA


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