Oggi ricorre il 20^ anniversario dell’omicidio di Mauro Rostagno, fondatore della comunita’ Saman, caduto in un agguato mafioso il 26 settembre del 1988, a Valderice, nel trapanese. Per ricordarlo diverse iniziative sono state organizzate, a partire da ieri sera, dall’associazione “Ciao Mauro”, con l’obiettivo di “bucare” il muro di gomma che ancora circonda il delitto.
L’omicidio Rostagno resta, infatti, senza colpevoli. Dopo anni di indagini, tutte le inchieste sono state archiviate. La pista mafiosa fu quella immediatamente battuta dagli inquirenti. Ma dopo anni, non essendoci stati riscontri attendibili, venne abbandonata. Fu percorsa una nuova strada e formulata una nuova ipotesi connessa al delitto del commissario Luigi Calabresi. Anche qui non vennero raccolte prove certe. La procura di Trapani, nel 1996, ipotizzo’ ancora che il delitto potesse essere maturato per traffico di stupefacenti all’interno della Saman, suscitando forti polemiche. Ma anche questa pista fu poi abbandonata. Una ulteriore inquietante teoria, vedrebbe la morte di Rostagno legata alla guerriglia Somala, ad Ilaria Alpi e all’uomo del Sismi, Vincenzo Li Causi. L’ipotesi suggerisce che Rostagno avesse scoperto un traffico di armi in cui fossero coinvolti i Servizi deviati e volesse farne pubblica denuncia. Niente prove e si torno’ ad indagare su cosa nostra siciliana, ma non piu’ al Palazzo di Giustizia trapanese, bensi’ alla Dda, la Procura antimafia di Palermo. Ma nel gennaio 2007 venne chiesta l’archiviazione dell’inchiesta inerente alla mano mafiosa. Richiesta respinta dal gip che ha ordinato la proroga delle indagini.