Il fatto non costituisce reato. Il giudice monocratico Maria Aiello del Tribunale di Termini Imerese ha assolto i due imputati per la morte di Giuseppe Liotta, il medico morto durante l’alluvione del 2018 a Corleone.
Il medico morto travolto dal fango a Corleone
Stava andando a lavorare in ospedale a Corleone. Un’ondata di fango lo travolse in campagna. Aveva 41 anni e faceva il pediatra.
Gli assolti dal reato di omicidio colposo sono due dirigenti della Città metropolitana di Palermo: Salvatore Pampalone e Giacomina Maria Fasulo. Erano difesi dagli avvocati Vincenzo Pillitteri, Alessandro Benedetti e Ilaria Barbanti. Scagionata anche la Città metropolitana chiamata in causa come responsabile civile. Era assistita dagli avvocati Massimo Motisi e Marco Aricò.
Il ruolo degli imputati
Pantalone è il dirigente della Direzione infrastrutture, viabilità provinciale e mobilità, mentre Fasulo è responsabile dell’ufficio manutenzione e gestione dell’Alto corleonese.
Secondo l’impostazione dell’accusa, che non ha retto al vaglio del Tribunale, pur essendo a conoscenza delle condizioni meteo – la Protezione civile aveva diramato un’allerta rossa – e la criticità idrauliche della zona non avrebbero apposto la segnaletica stradale di pericolo.
Avrebbero dovuto anche interdire il transito, impedendo al medico di raggiungere la strada dove fu travolto dalla piena del torrente Frattina. L’acqua lo trascinò per chilometri, fin sopra una collinetta. Forse Liotta tentò una manovra al volante della sua Volkswagen Tiguan. Poi il medico scese dalla macchina e l’alluvione lo travolse.
Di evento eccezionale e imprevedibile hanno sempre parlato le difese, la cui impostazione è stata accolta. I genitori, la sorella e la moglie del medico erano costituiti parte civile. Al termine della requisitoria era stato lo stesso pubblico ministero Lorenza Turnaturi a chiedere l’assoluzione dei due imputati.

