PALERMO – L’Amministrazione di Palermo muove i primi passi per dare ordine e regole al mercatino del rione Albergheria restituendolo ad una parvenza di normalità e legalità. Il mercatino si svolge perlopiù nel giardino di Colajanni Napoleoni e dintorni, a due passi dalla piazza turistica di San Francesco Saverio, pedonalizzata da pochi mesi, anche se alcuni dei dissuasori sono già stati divelti.
Tuttavia basta uno sguardo per rendersi conto che in realtà si tratta di un suk senza regole, con mercanzia di ogni genere esposta direttamente sul marciapiede, che ogni giorno, specie la domenica, manda in tilt il traffico della zona e produce una montagna di rifiuti, anche ingombranti, in genere abbandonati nell’area compresa tra via Tina di Lorenzo e via Antonio Mongitore. A pochi passi da lì ci sono i Bastioni, piazza Indipendenza, piazza Vittoria, Palazzo dei Normanni.
Il Comune è già intervenuto varie volte con le pale meccaniche per fare pulizia delle cataste di rifiuti. Ma non basta mai, tant’è vero che da mesi un comitato di residenti guidato dal parroco di S. Saverio, Cosimo Scordato, chiede che si intervenga con norme chiare per tutti. Già a luglio e a ottobre l’assessore alle Attività Produttive, Marco Di Marco, aveva incontrato lo stesso padre Scordato, il capo di Gabinetto Gabriele Marchese, il comandate della Polizia Municipale Vincenzo Messina, ed il presidente della Prima Circoscrizione Paola Miceli per tracciare una bozza di regolamento.
Venerdì, proprio due giorni prima del maxi-sequestro di 350 uccelli di specie protetta operato all’Albergheria da polizia e corpo forestale regionale, una nuova riunione tra l’Ufficio di Gabinetto e l’Assessorato di via Ugo La Malfa ha stabilito che l’area non dovrebbe essere destinata a uso commerciale ma alla compravendita e al baratto dell’usato. “Proprio su questo punto in questi mesi si è acceso un dibattito tra i due settori dell’Amministrazione – fanno sapere da Palazzo delle Aquile – perché in Italia non esiste una normativa di riferimento in materia di usato e baratto. E ovviamente non si può classificare questo mercato come mercato rionale o generale, per cui sarebbe complicato chiedere le licenze commerciali ai venditori. L’ipotesi allo studio è un sistema per la tracciabilità dei beni, dato che non sono messi in vendita attraverso canali ufficiali. Certo il ripristino della legalità non passa soltanto dal Comune ma anche dalle forze dell’ordine”.
“L’altro tema vero è la delimitazione e organizzazione dell’area per evitare che sia un suk caotico. L’idea è di individuare gli stalli, da assegnare con sorteggio mensile, e imporre ai venditori di registrarsi e di dimostrare la provenienza degli oggetti. Ma i tempi per questo regolamento restano incerti – spiegano ancora da piazza Pretoria – proprio a causa dell’incertezza legislativa e delle conseguente difficoltà di passare alla fase attuativa”.