Nel corso del maxi processo alla magia “Omega”, un giorno, per posta, la Corte di Assise ricevette la lettera dell’imputato latitante, Matteo Messina Denaro. Attraverso il sistema postale, per lui cosa insolita, già all’epoca abituato ai pizzini, comunicava ai giudici che da quel momento revocava la nomina del proprio difensore di fiducia, all’epoca l’avvocato castelvetranese Celestino Cardinale, non facendo nessun’altra nomina. Da allora sino all’ultimo processo in corso a Caltanissetta, procedimento di appello per le stragi del 1992, Matteo Messina Denaro è stato difeso da difensori nominati d’ufficio dai vari Tribunali e Corti di assise che l’hanno avuto come imputato.
Per decenni, già dal finire degli anni ’90, ha sempre avuto un legale nominato d’ufficio per la sua difesa, adesso, dopo il suo arresto Matteo Messina Denaro ha cambiato nuovamente idea. Ha nominato un difensore di fiducia. C’è da dire non una nomina qualsiasi: ha scelto la nipote, l’avv. Lorenza Guttadauro, iscritta al foro di Palermo. Nipote diretta. Lei è figlia di Rosalia Messina Denaro, la sorella del boss. Il padre è un altro pezzo da ’90 della mafia, Filippo Guttadauro, fratello del più noto Giuseppe, il medico al servizio delle cosche e coinvolto nelle indagini sulle talpe a Palazzo di Giustizia, legatissimo alla politica siciliana all’epoca nelle mani di due big, Totò Cuffaro e Domenico Miceli.
L’avv. Lorenza Guttadauro è sposata con Luca Bellomo, arrestato, condannato per mafia e da poco tornato libero. Cosa che invece non è avvenuta per Francesco Guttadauro, l’altro figlio di Filippo e Rosalia Messina Denaro. Arrestato nel 2018 è ancora in carcere: è sempre stato indicato come il nipote prediletto del capo mafia castelvetranese. Insomma la situazione processuale per Matteo Messina Denaro si è presto ingarbugliata.
La nomina della nipote come proprio difensore sembra potere scheggiare il vetro del 41 bis calato attorno al boss dopo il suo arrivo nel super carcere de L’Aquila, dove è stato trasferito dopo l’arresto di ieri. La regola del 41 bis è chiara, quella di impedire qualsiasi collegamento con l’esterno. La nomina della nipote come difensore pare stia dando pensiero in queste ore alla Procura antimafia di Palermo