PALERMO – Delle due l’una: o è una delle tante millanterie sul conto di Matteo Messina Denaro oppure il capomafia di Castelvetrano, impegnato a scappare, non controlla più il suo territorio.
Sarebbe disinteressato a tal punto da avere chiesto, solo a sangue versato, chi avesse ammazzato un uomo a Partanna. Il collaboratore di giustizia Attilio Fogazza ha raccontato di avere saputo che qualcuno “stava andando a Castelvetrano per comunicare l’autore dell’omicidio a Gaspare Como” perché “Messina Denaro lo voleva sapere”. Como è il cognato del latitante, marito di una delle sorelle. L’omicidio di cui si parla è quello di Salvatore Lombardo, freddato la sera del 21 maggio 2009 mentre entrava in un bar.
C’era Fogazza al volante della macchina da cui sarebbe sceso Nicolò Nicolosi, originario di Calatafimi, per fare fuoco. Le dichiarazione di Fogazza hanno inguaiato anche Domenico Scimonelli, già finito in carcere con l’accusa di essere uno dei più recenti e fidati fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. Scimonelli sarebbe il mandante del delitto: Lombardo pagò con la vita il fatto di avere rubato in uno dei suoi supermercati.
La vittima era appena uscita dalla caserma dei carabinieri dove ogni giorno firmava il registro. Una misura cautelare che gli era stato imposta dal giudice dopo che lo avevano sorpreso a rubare l’energia elettrica. Così il pentito ha ricostruito l’agguato: “Dalla caserma arriva funciazza (soprannome di Lombardo, ndr), si ferma. Nicola scinniu e gli spara, prima lo pigghia cca e chistu un muriu… u tempo ca chistu scappa verso il bar Nicola ci tira un altro colpo e u pigghia… Nicolosi è salito sopra la macchina…”. Poi la fuga: “Scimonelli mi disse questa macchina falla sparire… l’arma è stata buttata dove c’è un ponte prima che imbocca la strada per santa Ninfa, l’indomani lo andò a prendere Scimonelli e lo ha fatto sparire…”.
Gaspare Como, sposato con Bice Messina Denaro, la scorsa estate è stato assolto dall’accusa di avere intestato a prestanome due negozi di abbigliamento a Castelvetrano e Marsala. E sempre per intestazione fittizia ha avuto altri guai giudiziari in passato. Sarebbe stato lui il mediatore dell’informazione che doveva giungere a Messina Denaro e che sarebbe partita da Scimonelli.
Dietro l’insospettabile figura di quest’ultimo si celerebbe, dunque, il mandante di un delitto e un emissario del latitante. Originario di Locarno, in Svizzera, Scimonelli potrebbe anche avere aiutato economicamente il capomafia. Tra le prime cose che ha raccontato Fogazza c’è una frase: “Lui (si riferisce a Scimonelli, ndr) mi ha detto ‘sai mi sono visto con Matteo Messina Denaro, ha problemi economici, verso un tre anni fa”. Le indagini degli ultimi anni sono popolate di personaggi che hanno millantato di conoscere o addirittura di avere incontrato l’imprendibile boss. C’è chi lo vuole guardingo, ma attento alle cose di casa sua. E altri, invece, che lo vedono impegnato esclusivamente ad evitare la cattura.