MESSINA – “Il Messina è dei messinesi”. Questo il coro intonato dalla curva sud dopo la stremante sfida contro il Matera, gara che ha regalato alla truppa di Arturo Di Napoli tre punti importantissimi. Un coro che però è un vero salto nel passato e che riporta alla mente gli splendidi anni delle gestioni di Emanuele Aliotta e Pietro Franza, quando tra il 1997 e il 2005 la compagine giallorossa è passata dai campi polverosi del Campionato Nazionale Dilettanti fino al settimo posto in Serie A e la prestigiosa vittoria a San Siro contro il Milan di Shevchenko e Kakà. Pagine gloriose di storia, da cui il Messina di oggi può solo trarre ispirazione per continuare a far bene in Lega Pro, dopo l’ultima stagione a dir poco fallimentare e un’estate travagliata tra il passaggio di proprietà e la riammissione. Tra quel Messina e quello di oggi c’è molta più vicinanza di quanto non sembri, perché c’è la stessa anima e anche gli stessi artefici.
Certo un decennio in termini calcistici è un lasso di tempo lunghissimo in cui tutto può mutare, ed infatti è mutata la forma ma non la sostanza. Con ieri si è ufficialmente ricomposta la magica coppia Parisi-Di Napoli, autentici protagonisti di quella squadra capace di entusiasmare e stupire l’Italia intera. Il terzino con il sinistro esplosivo e l’attaccante tutto fantasia e carattere, questo erano Alessandro Parisi e Arturo Di Napoli nel Messina di Bortolo Mutti, che grazie ai suoi gioielli ha potuto superare momenti duri sia nell’anno della promozione che in quello della salvezza in massima serie: il numero 19 e il numero 11 per eccellenza. Furono loro, ad esempio, a mettere il timbro nel 3-0 inflitto all’Atalanta di Pazzini e Montolivo in un “Celeste” gremito, oppure a ribaltare il delicato match contro il Venezia sul neutro del San Nicola di Bari. Adesso Di Napoli è comandante di una truppa che non vuole saperne di fermare la propria corsa, da giocatore dalla vita privata discussa è adesso un allenatore capace di saper leggere bene le partite, fare i cambi giusti al momento giusto sfruttando le pecche degli avversari.
Adesso Parisi è di nuovo un calciatore a tutti gli effetti, a 38 anni si è rimesso in gioco per cercare di cancellare il recente passato segnato dalla squalifica per il calcio scommesse. La condizione atletica è buona, l’età però non può essere sottovalutata quindi Parisi potrà dire la sua al centro della difesa e non più sulla fascia come ai vecchi tempi, ma chissà cosa proverà a chiamare il suo vecchio compagno di squadra “mister”. Intanto ai tifosi non resta che pensare al glorioso passato, ma sognare un futuro radioso non è più proibito: la premiata ditta Parisi-Di Napoli è tornata.