Meteo e Città metropolitana |Il vertice a Palazzo degli Elefanti - Live Sicilia

Meteo e Città metropolitana |Il vertice a Palazzo degli Elefanti

Potrebbe essere considerato una sorta di prova generale di quello che sarà il nuovo ente e un primo assaggio di quello che il governo di area vasta si troverà ad affrontare. A cominciare dalla mitigazione del dissesto idrogeologico.

CATANIA – “Quello che sta accadendo all’Assemblea siciliana sulle Città metropolitane è davvero incomprensibile. mentre nel resto dell’Italia sono state costituite, hanno eletto i loro organismi, hanno già gli statuti approvati, lavorano e corrono, qui in Sicilia ancora “na stamu palliando“, ed è una vergogna che si passi di rinvio in rinvio”. Con queste parole, il sindaco etneo, Enzo Bianco, primo cittadino in pectore di quella che sarà la Città metropolitana di Catania, ha commentato il vertice convocato stamattina a palazzo degli Elefanti tra i sindaci del nuovo organismo istituzionale, compresi quelli di Gela, Niscemi e Piazza Armerina, i responsabili nazionale e regionale della Protezione civile e le autorità civili e militari, allo scopo di mettere a punto un sistema di regole condivise che serva da modello per anche per il resto d’Italia.

Troppe le criticità registrate, infatti, non solo in seguito alle ondate di maltempo sempre più violente, ma anche nel sistema delle allerte e nei comportamenti conseguenti da parte della politica. “Nelle more di questi continui rinvii – continua Bianco – noi partiamo: la comunità della Città metropolitana catanese si comporta come se la Città metropolitana già ci fosse”.  Il vertice di stamani, dunque, può essere letto così, come una sorta di prova generale di quello che sarà il nuovo ente, ma soprattutto un primo assaggio di quello che il governo di area vasta si troverà – e si trova attualmente – ad affrontare. A cominciare dalla mitigazione del dissesto idrogeologico e dalla programmazione di azioni coordinate tra territori per tutelare la popolazione. Oltre a quelle per migliorare il sistema infrastrutturale. 

L’incontro, al quale hanno preso parte, oltre ai primi cittadini, il capo dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio e quello regionale Calogero Foti, è stato voluto infatti partendo dal presupposto che i cambiamenti climatici hanno prodotto nel sud dell’Europa fenomeni di tropicalizzazione con piogge fortissime e concentrate che, in Italia come in Francia, mandano in crisi le città.  E sul ruolo dei sindaci, che sono i diretti referenti dei cittadini, che devono far fronte comune per ottenere da una parte regole certe per l’allarme e l’intervento e dall’altro il progressivo risanamento del territorio.

“Abbiamo un’emergenza legata al rischio idrogeologico – continua Bianco – e noi lavoriamo concretamente facendo squadra insieme. La migliore risposta agli errori clamorosi che a Palermo si fanno sulla Città metropolitana. Noi siamo una squadra, indipendentemente che ci sia o no il sindaco”.

La logica è quella della collaborazione, per cercare, ognuno per la propria parte, di garantire la sicurezza dei cittadini a trecentosessanta gradi. Evitando gli scarica barile. Tre le questioni principali emerse: studiare opere di ingegneria che possano tutelare la città e la sua conurbazione; migliorare il sistema di allerta meteo, per ottenere notizie più precise, magari attraverso la costituzione di comitati scientifici che indichino come comportarsi e procedere a una nuova zonizzazione delle aree.

Aspetti su cui si è soffermato anche Curcio che ha spiegato che il sistema di allerta meteo italiano studi come le previsioni impattano con il territorio. “In un sistema fragile – sottolinea – gli effetti sono diversi. Il sistema nazionale e regionale effettua delle stime di impatto sul territorio – aggiunge – ma sono i sindaci che devono capire quali criticità possano creare problem, dove e di che natura”.

Insomma, non esisterebbe un sistema valido per tutto il territorio nazionale dove, aree adiacenti potrebbero avere conseguenze molto differenti in seguito a un unico fenomeno meteorologico. Da qui la necessità di lavorare in squadra, non solo sul versante delle infrastrutture o del dissesto idrogeologico, ma anche attivando canali di comunicazione nei confronti della popolazione, come evidenzia il comandante dei Vigili del fuoco, Giuseppe Verme. “La presa di coscienza da parte della popolazione è importante – afferma – anche se, forse, tardiva. In ogni caso, credo che questo incontro sia molto importante: il nostro lavoro non riguarda solo il soccorso ma anche la prevenzione. Noi, in questo senso, possiamo dare il nostro contributo e in ogni caso confronti come quelli di oggi, con i tecnici, è un’ottima occasione per confrontarci”. 

 


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