PALERMO – “E’ un errore, commesso certamente in buona fede, di cui mi assumo la responsabilità e di cui chiedo scusa innanzitutto ai nostri elettori. L’unico rimedio è quello di costituirci parte civile nel processo se Polizzi dovesse essere rinviato a giudizio”. Così Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars e coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, commenta l’arresto del candidato azzurro al consiglio comunale di Palermo Pietro Polizzi, con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso.
“Polizzi – prosegue Miccichè – era incensurato ed era già stato candidato in passato per altre forze politiche e non era iscritto a Forza Italia, ma tutto questo non cancella il mio errore. Certamente nessuno può dire che il suo nome ci sia stato suggerito dalla mafia. Adelaide Mazzarino, che faceva campagna elettorale in ticket con Polizzi, ha già annunciato il ritiro della sua candidatura pur essendo anche lei assolutamente in buona fede. L’ho sentita questa mattina, era in lacrime…”.
Secondo quanto appurato dall’ANSA – che ha consultato fonti che hanno lavorato alla lista di Forza Italia – Pietro Polizzi, il candidato al consiglio comunale tra le fila azzurre arrestato stamani per voto di scambio politico-mafioso, non ha alcun legame col deputato Edy Tamajo nè con Sicilia Futura, movimento che qualche mese fa ha sancito l’asse col partito di Berlusconi. Le stesse fonti spiegano che Polizzi è stato indicato al partito da Eusebio D’Alì, animatore di “Palermo merita di più”, movimento di cittadini costruito per tirare la volata alle candidature azzurre; Polizzi era in ticket con Adelaide Mazzarino, moglie dello stesso D’Alì (coinvolto nei mesi scorsi in un’altra inchiesta della Procura che riguarda l’Azienda trasporti siciliana); la donna, su input del leader di Fi Gianfranco Miccichè, ha ritirato la propria candidatura dopo l’arresto dell’uomo che faceva coppia elettorale con lei.
Da Fi riferiscono che “su Polizzi erano stati fatti tutti i controlli, così come per gli altri candidati, e nulla era emerso dal casellario giudiziario e dalle altre verifiche”. Da due anni, aggiungono le fonti azzurre che manifestano “sconcerto per quanto accaduto”, Polizzi era al fianco di D’Alì che tempo fa aveva ipotizzato la presentazione di una propria lista alle comunali, salvo poi virare sulla costituzione del movimento ‘Palermo merita di più’ a supporto di Fi, indicando poi al partito la moglie Mazzarino e Polizzi; la donna, che si è ritirata dalla corsa elettorale, non è coinvolta nell’inchiesta della Procura.