31 Gennaio 2019, 16:50
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Ci ha provato Gianfranco Micciché a mantenere il fair play per qualche giorno. Ma non c’è stato verso. E certo Giovanni Toti non ha dato una mano. La scintilla che ha acceso la miccia è stata la visita a bordo della Sea Watch di Stefania Prestigiacomo. Che è stata presa di mira dalla stampa destrorsa e da più di un compagno di partito in Forza Italia, soprattutto da quei forzisti settentrionali che al feeling con la Lega tengono di più. E a questi si è aggiunto il governatore della Liguria Toti. Quello che la settimana scorsa ha annunciato con Nello Musumeci di voler dare vita a una “seconda gamba” del centrodestra, che cammini accanto a Matteo Salvini. Un “nuovo progetto” presentato senza alcun riferimento a quella che oggi è già la seconda gamba del centrodestra e che si chiama Forza Italia. E che sarebbe anche il partito di Toti, ricorda adesso Micciché, che sabato aveva augurato fortuna al progetto dei due governatori.
“Giovanni Toti si ricorda a giorni alterni di avere in tasca la tessera di Forza Italia – scrive in una nota il commissario forzista e presidente dell’Ars -. Il giorno prima annuncia un nuovo partito, una seconda gamba a sostegno della Lega, e il giorno dopo condanna il gesto umanitario della collega Prestigiacomo. Forse, Toti immagina di poter entrare nelle grazie di Salvini imitandone i toni persecutori nei confronti di 47 poveracci in fuga dall’inferno libico, ma sono certo che né Forza Italia, né Berlusconi lo seguirebbero in questa folle deriva razzista e xenofoba”.
Una nota molto dura, in pieno stile Micciché. Che nel finale rincara la dose: “Non so con quale coraggio, se non per la sadica vigliaccheria di chi gode nel veder soffrire gli esseri umani, si possa condannare Stefania Prestigiacomo. Ha forse compiuto un reato di umanità o si tratta, piuttosto, di lesa maestà nei confronti del bullo Salvini? Spiegatemi”.
Un messaggio a Toti, certo. Ma con un riferimento, riservato a un brevissimo inciso, a quel progetto della “seconda gamba” che vede Nello Musumeci in prima linea e che ai forzisti di rito miccicheiano suscita comprensibilmente qualche inquietudine. Toti e Musumeci attendono senza fretta le Europee per tirare le somme e auspicano un ritorno al vecchio centrodestra e a una sintonia con Salvini il grande nemico per Miccichè, che al ministro ha dato dello “stronzo”, paragonandolo persino a Hitler. Altra sensibilità si intuisce in Musumeci. Il verbo intuire è d’obbligo visto che sulle vicende dei porti negati in Sicilia, il governatore è stato come sempre molto parco di parole. D’altronde, il movimento di Musumeci tiene ancora aperto un cabale di dialogo con i leghisti in vista delle Europee (dove molto difficilmente Diventerà Bellissima chiuderà un accordo con Fratelli d’Italia).
Ma anche dentro Forza Italia c’è chi si muove su spartiti diversi da quello di Micciché. È quel “partito nel partito” che condivide con Musumeci i trascorsi missini. E che di norma resta defilato nel dibattito su questi temi. Con qualche eccezione. Come quella di Basilio Catanoso, che scalda i motori in vista delle Europee dove sarà candidato e che si dice “basito dalle nuove dichiarazioni della collega di partito Prestigiacomo sulla vicenda Sea Watch: prima la gita in gommone – scrive il forzista – con esponenti della sinistra estrema e del centrosinistra, su cui ho preferito non commentare per evitare ulteriori polemiche: nulla quaestio sulla giusta prerogativa parlamentare dei controlli e delle ispezioni, ma queste vanno esercitate nei modi e nei tempi corretti, senza squilli di tromba e roboanti dichiarazioni, che andrebbero fatte solo a posteriori; altrimenti queste dichiarazioni somigliano troppo a una polemica politica legittima, ma in questo caso sterile e non condivisibile”. Nel suo lungo comunicato dal sapore sovranista, Catanoso ragiona in piena sintonia con Salvini, scrivendo che questa è linea di Forza Italia e del centrodestra: “Umanità significa anche e soprattutto evitare che il traffico di esseri umani continui a rappresentare un business per vecchi e nuovi schiavisti, come sottolineato nel merito anche dal nostro responsabile immigrazione Silli e altri autorevoli esponenti. Questo tanto per chiarire che nessuno può modificare la linea del partito senza passare da un congresso”.
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31 Gennaio 2019, 16:50