PALERMO – Dopo il fresco riconoscimento, Palermo capitale italiana della cultura, l’assessorato di riferimento guidato da Andrea Cusumano assume tutto un altro peso negli equilibri della giunta Orlando agli ultimi mesi di mandato. Perché fino a questo momento è sempre sembrato lo stesso sindaco Leoluca Orlando il vero custode e primo sponsor delle bellezze nostrane. Un assessore, comunque, c’è e la sua nomina non è certo stata di natura politica. La storia in giunta di Andrea Cusumano comincia nel 2014: un nome a sorpresa il suo, che arriva a seguito di un rimpasto di governo a due anni dalle elezioni che hanno riportato il Professore a palazzo delle Aquile. L’artista e docente universitario Andrea Cusumano, palermitano di nascita, londinese di adozione, prendeva il posto di Francesco Giambrone, persona di fiducia del sindaco passato poi alla guida del teatro Massimo.
Cusumano ha cominciato a muovere i suoi primi passi in giunta in un terreno minato, pieno di emergenze. La crisi economica del teatro Biondo, le proteste dei dipendenti dello stesso e un direttore, Roberto Alajmo, ad un passo dalle dimissioni. Il teatro Massimo che arrancava, il Montevergini abbandonato, il Garibaldi di nuovo chiuso dopo l’occupazione. Un assessorato praticamente senza portafoglio il suo, perché tra le varie emergenze, i soldi per le iniziative culturali sono state spesso ridotte alle attività legate al Natale e al Capodanno.
Tra il 2015 e il 2016 una svolta: a cominciare dal riconoscimento di patrimonio dell’umanità, da parte dell’Unesco, del percorso arabo normanno, passando per “Palermo capitale dei giovani”, prima dell’ultimo traguardo che incorona la città capitale italiana della cultura. “Queste medaglie arrivano certamente per meriti che vanno riconosciuti alla città per com’è e per i tesori che accoglie fra vie e vicoli – afferma Andrea Cusumano – nello stesso tempo però non può essere sottovalutato anche il lavoro di questa amministrazione che ha sposato in pieno la visione che il sindaco ha di Palermo. Riconoscimenti grazie ai quali i dati sul turismo rilevano un incremento del 28% delle visite in città”.
L’aplomb londinese che caratterizza Cusumano, viene confermato dalla sua ritrosia alle sovraesposizioni mediatiche, tanto che lo stesso assessore tiene a precisare che “non sono un politico e non ho mai voluto esserlo. Non avrei lasciato Londra per nessun altro incarico che non fosse quello di fare qualcosa di concreto per la mia città. E credo di poter dire di averci messo tutto me stesso”. Un lavoro di regia condiviso con Leoluca Orlando: “L’attenzione alla multiculturalità, ai migranti, l’importanza della centralità di Palermo fra i paesi del Mediterraneo, tutto questo mi ha dato la motivazione ad andare avanti. Abbiamo fatto tanto con le risorse che avevamo a disposizione. Abbiamo riaperto la biblioteca comunale chiusa da anni, il lavoro fatto sul teatro Massimo che oggi è una realtà riconosciuta a livello nazionale, lo stesso vale per il teatro Biondo e la scuola di Emma Dante, che con i suoi spettacoli fa il giro dei più importanti teatri italiani. E ancora la Biennale dell’arcipelago Mediterraneo, le collaborazioni con spazi espositivi di Roma e Milano, il successo dello Zac, adesso riconosciuto dalla stampa internazionale come un degli spazi più interessanti del panorama italiano”.
Dai meriti non riconosciuti a questa amministrazione in ambito culturale ne è nata anche una piccola polemica sollevata dallo stesso Sindaco nei giorni scorsi. Orlando ha sottolineato la disattenzione della stampa locale e nazionale per certe iniziative che, a suo giudizio, sono importantissime: “Grazie alla Bam sono stati organizzati incontri e tavole rotonde con ambasciatori provenienti da tutto il mondo – sottolinea Cusumano – abbiamo creato sinergie internazionali per cercare di fare rete e implementare il nostro raggio di azione, operazioni che non sono state messe in luce da nessuno e che invece fanno un gran bene non solo alla nostra città ma anche al nostro Paese”.
L’attenzione, e le polemiche, di certo non mancheranno quando prenderanno il via le attività legate a Manifesta, la Biennale europea d’arte contemporanea, un evento internazionale che l’anno prossimo si svolgerà proprio a Palermo. Il Comune per questa manifestazione stanzierà più di tre milioni di euro, molti dei quali provenienti dalla tassa di soggiorno. Le opposizioni a palazzo delle Aquile all’inizio sono insorte, dovendo poi piegarsi alla volontà di Orlando e della sua amministrazione. Grazie a Manifesta, per la quale si prevedono cifre a più zeri in termini di visite e indotto, ritorneranno in vita spazi fino ad ora caduti nel dimenticatoio: “Il teatro Garibaldi, una volta accertata l’agibilità, verrà utilizzato come spazio per tante attività legate alla Biennale – assicura Cusumano – verrà allestita una biblioteca, faremo delle proiezioni e potrà essere utilizzato, naturalmente, anche per ospitare performance di vario genere. Questo importante teatro non è mai stato dimenticato”.
Resta invece vagamente incerto il futuro del Montevergini. Lo spazio nel cuore di Palermo, nei mesi scorsi utilizzato solamente come sede per le prove della scuola del Biondo, era stato occupato da un collettivo che ne rivendicava l’importanza e la funzione sociale. Oggi quei ragazzi, non più da occupanti, ma da educati inquilini, utilizzano ancora alcuni spazi per organizzare eventi. “Per il Montevergini è già stato fatto un atto di indirizzo – spiega l’assessore – certamente parte dei locali rimarranno alla scuola del teatro Biondo, altri, invece, verranno affidati ad associazioni o enti sempre legate alle arti performative. Lavoro da fare ce n’è ancora molto ma – conclude l’assessore – possiamo rivendicare il risultato che Palermo ora è una città con maggiore vocazione internazionale. E questo ci inorgoglisce”.