CATANIA – Una proposta semplice, immediatamente realizzabile, presentata oggi nella sede dell’Unione provinciale etnea quella elaborata dai giovani democratici di Catania, sull’utilizzo delle strutture abitative confiscate alla mafia per ospitare temporaneamente le centinaia di migranti, soprattutto minori e donne, che ogni giorni sbarcano nella nostra provincia.
All’incontro erano presenti Damiano Pagliaresi, segretario provinciale Giovani Democratici, Daniele Sorelli, responsabile nazionale Cultura GD, Alfio Platania e Chiara Grasso per i GD Belpasso e Paternò, i membri del coordinamento provinciale GD e il segretario provinciale Enzo Napoli.
“Purtroppo, lo scarso interesse o la poca conoscenza in materia, ha portato a sottovalutare quest’ingente risorsa – ha sottolineato Enzo Napoli – allo stato attuale molti Comuni, a cui tali beni vengono assegnati, non dispongono di un regolamento per la loro gestione e la riutilizzazione con la conseguenza che la maggior parte di essi restano abbandonati”.
“Con questo documento chiediamo innanzitutto al Governo e alla Regione Sicilia che si facciano portavoce della nostra istanza – ha dichiarato Damiano Pagliaresi – si tratta di un’iniziativa che concretamente può rafforzare la collaborazione tra istituzioni e società civile e l’affermazione di un principio fondamentale: ciò che stato costruito negli anni con la violenza, il delitto, la corruzione, può tornare ad essere patrimonio dell’intera collettività”.
“Una richiesta semplice ma che forse nella realtà può trovare difficoltà – ha aggiunto Daniele Sorelli – difficoltà superabili con l’uso di un nuovo linguaggio, dove le parole chiavi siano responsabilità e collaborazione”.
Ecco perché l’attenzione dei giovani democratici è rivolta a quei beni immobili non ancora assegnati alle associazioni per i loro ulteriori scopi benefici. “Le attuali strutture di accoglienza sono insufficienti e inadeguate per far fronte all’emergenza immigrazione – ha concluso Pagliaresi – i comuni fanno quello che possono ma non basta, eppure sarebbe sufficiente consegnare delle chiavi, senza ulteriori esborsi di denaro”.