PALERMO – “È come se fossero tutti miei figli”. Agnese Ciulla, assessore alle attività sociali di Palermo, parla così al Tg1 dei 480 migranti minori non accompagnati affidati alle strutture protette di accoglienza del capoluogo. Ed è proprio il ruolo di genitore che, in effetti, è chiamata a svolgere da quando è stata nominata tutor di questi giovani dalla procura. Non soltanto adempimenti di tipo burocratico, ma soprattutto ascolto, cura e attenzione verso chi, ancora minorenne, ha lasciato la propria terra in cerca di un futuro migliore.
“Ci sono storie drammatiche”, racconta la Ciulla. Tra queste, anche testimonianze di violenze sessuali. “Ragazze minorenni, soprattutto nigeriane ed eritree, hanno subito stupri in Libia – dice l’assessore -, e arrivano qui in Italia in stato di gravidanza, che chiedono di interrompere”. Un passato buio e un futuro che rischia di non trovare luce “se non verranno accolte e subito protette”. Il rischio infatti, spiega la Ciulla, è che queste ragazze rientrino “nel giro della prostituzione e le ritroveremo lungo le strade d’Italia”.
Palermo che, secondo l’assessore, si conferma città dell’accoglienza, e che “ha risposto abbracciando questi giovani”. Non solo fornendo beni di prima necessità, ma anche “attraverso situazioni concrete di accoglienza, di confronto e di ascolto”.