AUGUSTA (SIRACUSA) – Un ragazzo somalo di 15 anni è morto dopo essere stato soccorso dalla nave Dignity di Medici senza Frontiere, impegnata in operazioni di salvataggio dei migranti che attraversano il Canale di Sicilia. Il decesso sarebbe avvenuto ieri, in seguito a un arresto cardiocircolatorio. La nave di Msf, che ha tratto in salvo circa 300 profughi, tra cui donne e bambini, è appena attraccata nel porto di Augusta.
Aggiornamento ore 11.33
E’ morto per le percosse e i maltrattamenti subiti in Libia, dove era stato costretto a lavorare senza cibo né acqua, il ragazzo somalo deceduto ieri a bordo della nave Dignity di Medici senza frontiere. Lo hanno riferito alcuni dei 302 migranti soccorsi dall’imbarcazione di Msf. Il minore (che aveva 15 anni e non 14 con riferito in un primo momento) è morto in seguito a un arresto cardiocircolatorio provocato dalla condizioni critiche di salute causate dai maltrattamenti subiti.
Il ragazzo di origine Somala viaggiava da solo insieme agli altri 302 migranti soccorsi due giorni fa nel Canale di Sicilia. Quando è stato tratto in salvo era in condizioni critiche, con evidenti difficoltà di movimento. Subito trasferito nella clinica di bordo della Dignity, in un primo momento ha risposto bene ai farmaci e alle cure mediche del team sanitario di Msf, tanto che le sue condizioni sono migliorate notevolmente nelle prime 24 ore. Ieri, mentre la nave stava facendo rotta verso l’Italia, è deceduto all’improvviso per arresto cardiaco, nonostante gli sforzi dei medici di salvare la sua vita. Msf, in una nota, esprime il cordoglio dell’organizzazione umanitaria per la morte del ragazzo.