"Mio fratello Gregory, l'antimafia e Messina Denaro"

“Mio fratello Gregory, l’antimafia e Messina Denaro”

Parla la sorella del compianto presidente di Sicindustria, Gregory Bongiorno.
INTERVISTA A SILVIA BONGIORNO
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2 min di lettura

“Non è così complicato fare impresa dalle parti di Trapani, un territorio caratterizzato dalle cronache che conosciamo benissimo. Basta sapere qual è la squadra giusta”.

Silvia Bongiorno, quarantaquattro anni, imprenditrice, è la sorella di Gregory, compianto presidente di Sicindustria, uomo affabile, sensibile, capace di immaginare sconfinati orizzonti di speranza. L’abbiamo incontrata nel corso della Start Cup a Sicindustria. Silvia regge le sorti dell’azienda di famiglia, l’Agesp che si occupa di rifiuti, nel nome di una storia di impegno. Lei e il fratello furono cresciuti dalla mamma Mimma che, dopo la morte prematura del papà, tenne in piedi impresa ed educazione familiare, sacrificio per sacrificio. E anche questa è una storia di coraggio: non è mai facile serbare il dolore nel cuore e accettare di essere colei o colui che tutti guardano per avere risposte.

Allora, non è complicato costruire futuro nella zona che ha visto la latitanza del feroce Matteo Messina Denaro?
“No, se ti metti nella schiera di quelli che contrastano la mafia, soprattutto con l’onesto lavoro quotidiano. Mio fratello lo sapeva benissimo e scelse, denunciando i suoi estortori, con chi stare”.

E in Sicilia?
“Beh, a livello regionale servirebbe una politica più sensibile alle esigenze del nostro territorio. Avremmo bisogno di una burocrazia più snella, di un sostegno e di figure professionali che mancano”.

Perché?
“Perché non è semplice far coincidere la formazione con le esigenze del mercato. La Start Cup, per esempio, mira a creare una sinergia, a scovare giovani talenti, a fare sintesi. Questa è la strada da seguire”.

Tornando agli imprenditori che si misurano, spesso, con mafia e racket: oggi non siete più soli.
“Per fortuna, no. Lo Stato è presente, ci sono molte associazioni e c’è una cultura diversa rispetto al passato”.

Cosa ha provato alla notizia dell’arresto di Messina Denaro?
“E’ una vittoria da parte dello Stato. Dopo un così lungo tempo sembrava quasi un evento surreale. Siamo felici e qualcuno forse si sente più libero”.

Cosa resta della semina del presidente Bongiorno?
“Rimane moltissimo di una via che ogni imprenditore dovrebbe seguire: impegnarsi, non piegarsi, creare ricchezza e ribellarsi alla mafia. Sono concetti cardine che spianano la strada. Gregory è con noi, con l’azienda in cui si portano avanti i progetti nel modo accurato che abbiamo sempre osservato. La perdita, a livello affettivo, si presenta, ovviamente, immane”.

Lei è una donna imprenditrice. Certi insopportabili pregiudizi sono scomparsi?
“Sì, nessuno, per fortuna, pone più questioni di genere. Si vale perché si vale. Io sono una persona che ama la condivisione e il gioco di squadra, perché penso che si viene al mondo da soli, ma si cresce e si avanti insieme. La nostra mamma ci ha cresciuti con una rigorosa educazione professionale e morale, da imprenditrice e genitore, in anni non facili”.

Come è presente Gregory in lei?
“Bastava uno sguardo per capirsi, quello sguardo lo sento ancora con me”. (Roberto Puglisi)


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