PALERMO – “La città è cambiata, 30 anni sono tanti: molti palermitani sono diventati buoni cittadini, a parte una fetta irrecuperabile. È una città di omertà diffusa e ignava. L’ignavia non è colpevole, ma quasi”. A parlare, in una intervista a ‘La Stampa, è Davide Grassi, figlio di Libero Grassi, l’imprenditore palermitano ucciso dalla mafia il 29 agosto di 30 anni fa perché aveva detto pubblicamente no al pizzo e alle richieste estorsive degli aguzzini di Cosa nostra. Oggi Grassi è stato ricordato nel capoluogo siciliano con una cerimonia sul luogo dell’agguato.
“Mai scuse con il cuore, solo a parole”
A cambiare Palermo, per Grassi, più del sacrificio del padre sono state le stragi del ’92 e l’impegno dell’associazione Addiopizzo con la presa di coscienza della società civile. “Un pezzo di Palermo è diventato buono, un pezzo proprio malvagio”, afferma. Suo padre non ci stava al pizzo: “Si ritrovò a essere così per amore o per forza – ricorda il figlio – cercava strade nuove per migliorare il mondo. Non si rese conto che stava rischiando tantissimo. Forse pensava che gli avrebbero bruciato la sede dell’azienda, non che lo avrebbero ucciso”. Su eventuali scuse ricevute dalla famiglia di Libero Grassi sul fatto che l’imprenditore fosse stato lasciato solo, il figlio commenta: “Col cuore, con sincerità nessuno, che io ricordi. Atti di contrizione pubblica non ce ne furono. Forse solo a parole”.
Il ricordo della Cgil Palermo
Libero Grassi, intanto, oggi viene ricordato anche dalla Cgil Palermo: “Un esempio di resistenza e di resilienza e onorare la sua memoria e ricordare il suo coraggio deve costituire un monito, ancora oggi, per tanti imprenditori – dice il segretario Mario Ridulfo che è in sintonia con le parole di Davide Grassi -. Non è più come allora, sono passati trent’anni ma una parte della città continua a convivere con il fenomeno mafioso. In questa lunga strada percorsa Libero Grassi continua a esserci con i suoi gesti, la sua forza e le sue parole e a rappresentare un punto di riferimento per il movimento antimafia. – prosegue – Va sostenuto l’impegno della sua famiglia, delle associazioni antiracket e di tanti liberi cittadini per dedicare a Libero Grassi la rigenerazione sociale di uno spazio urbano, il Parco Libero, ad Acqua dei Corsari, oggi al centro di un piano di bonifica ambientale dopo anni di abbandono, affinché possa essere recuperato e reso al più presto fruibile, a servizio della città”.
CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA