Si registra un’accelerazione sul caso del doppio incarico del senatore Raffaele Stancanelli che é anche sindaco di Catania: l’esponente del Pdl ha convocato per venerdì prossimo una riunione straordinaria del consiglio comunale con un unico punto all’ordine del giorno: comunicazioni del primo cittadino. Certamente Stancanelli annuncerà le sue dimissioni, ma non si sa ufficialmente da quale dei due incarichi. A portare a scegliere è stata la sentenza della Corte Costituzionale che, intervenendo proprio sul suo doppio incarico, ha bocciato la legge n.60 del 1953 nella parte in cui non prevede l’incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un Comune con più di 20mila abitanti. Stancanelli subito dopo avere appreso la notizia della sentenza ha detto che deve “essere messo nelle condizioni di scegliere, così come prevede la legge che prima non c’era e che oggi, con questa sentenza additiva, c’e”.
Ma ha anticipato che se obbligato a scegliere sarebbe stato giusto “rimanere a fare il sindaco di Catania”, incarico che ha ricoperto a titolo gratuito perché ha rinunciato allo stipendio previsto per un incarico che ricopriva grazie a una legge che lo consentiva. Ma non sarebbero della sua stessa idea i vertici nazionali del Pdl, per più motivi: al suo posto subentrerebbe al Senato un esponente di Fli, Nino Strano, ex senatore famoso per avere festeggiato nel gennaio del 2008 la caduta del governo Prodi mangiando mortadella nell’aula di Palazzo Madama. Ma non solo. Nella sua stessa condizione ci sono una decina di parlamentari del centrodestra che rivestono il doppio incarico e che potrebbero ‘emularlo’. Per questo il Pdl starebbe facendo ‘pressing’ su Stancanelli per convincerlo a dimettersi da sindaco, e questo sarebbe stato il contenuto e le sollecitazioni venute dal presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, anche a nome del premier Silvio Berlusconi, a Stancanelli nel corso di una telefonata. Nel pomeriggio l’accelerazione: il sindaco ha convocato il consiglio comunale per annunciare importanti comunicazioni personali, ovvero le sue dimissioni, ma senza anticipare da quale dei due incarichi.