Modello Portogallo, bollo, Province | Finanziaria, tutti i “no” dei tecnici - Live Sicilia

Modello Portogallo, bollo, Province | Finanziaria, tutti i “no” dei tecnici

Il Servizio Studi del Bilancio passa ai "raggi X" la legge di stabilità regionale.

PALERMO – Sono le norme bandiera di una finanziaria snella: l’esenzione decennale delle tasse per chi si trasferisce in Sicilia, l’esenzione dalla tassa automobilistica e le norme di sostegno alle ex province. L’ufficio del bilancio dell’Assemblea regionale siciliana però avanza più di un dubbio proprio su quegli articoli dei disegni di legge di bilancio e alla legge di stabilità proposti dal governo e che dovrebbero essere esaminati dai deputati già dai prossimi giorni.

Modello Portogallo, dubbi sulle imposte

L’articolo uno della finanziaria prevede il cosiddetto “modello Portogallo”. Per il governo regionale il provvedimento costerà alle casse regionali solamente un milione di euro ma per l’ufficio del bilancio la correttezza di questa cifra non è verificabile perché non sono indicati i calcoli alla base di questo dato. Ma fra le esenzioni di tributi previste dalla finanziaria quella che meno riesce a convincere i tecnici di palazzo dei Normanni sono le esenzioni dai tributi locali per cui “non appare di facile interpretazione il riferimento alla operatività del provvedimento rispetto ai tributi comunali”. Non è chiaro, in altre parole, come la Regione risarcirà i Comuni delle mancate entrate che dovrebbero avere con i nuovi residenti.

Le altre norme “in bilico”

Ma non è questa l’unica “criticità” (così sono state definite dai tecnici di Palazzo dei Normanni) dei due disegni di legge finanziari: ci sono da una parte scostamenti fra i dati macroeconomici e le entrate, ma ci sarebbero anche errori tecnici. Un esempio è offerto dalle disposizioni che prevedono l’incentivo per le auto elettriche: una misura analoga è già vigente infatti dal 2016. Insomma, la legge c’è già, non c’è bisogno di approvarla.

Si sono poi, regole che non rispetterebbero la competenza statale (e quindi incostituzionali) come quelle riguardanti la tassa automobilistica, norme poco chiare e disposizioni da riscrivere come nel caso dell’introduzione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti.

In generale i burocrati dell’Ars ritengono che le relazioni tecniche di accompagnamento ai ddl sono carenti di informazioni sia riguardo alla quantificazione di entrate e uscite, sia riguardo alle modalità di copertura delle spese. “Ciò, ovviamente – concludono i tecnici -, rende oltremodo complicato un esame approfondito delle singole questioni e del loro effettivo impatto sulle finanze della Regione”.

Il Pd all’attacco

E così non è tardata ad arrivare la reazione di alcuni parlamentari. I dem Giuseppe Lupo e Baldo Guicciardi hanno accusato il governo guidato da Nello Musumeci di avere presentato all’Ars una manovra economica “approssimativa, priva di misure efficaci per lo sviluppo e carente dal punto di vista tecnico per la corretta quantificazione degli aspetti finanziari” chiedendo al presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona di sollecitare i chiarimenti e le correzioni.

Le entrate

I principali rilievi che dal Centro studi dell’Ars arrivano al bilancio di previsione 2019 riguardano le entrate. Per i dipendenti che hanno esaminato il bilancio infatti i tributi che dovrebbero essere riscossi non considerano il Pil che secondo le stime sarà prodotto in Sicilia. Ci sarebbero scostamenti anche rispetto ai valori delle entrate di cui la Regione dovrebbe usufruire dopo l’accordo siglato con lo Stato e varato con la manovra nazionale.

Le spese

Dal lato delle spese poi, l’ufficio di bilancio, ritorna su un tema che  caratterizza le sue relazione “non può sottacersi – si legge infatti – la bassa incidenza della spesa di investimento (generante sviluppo) rispetto alla spesa corrente”. Quest’ultima vale 15 miliardi su un bilancio che ammonta a 21,2 miliardi con un incidenza percentuale del 70,79%.

Province, Irfis, Resais: gli altri “no”

A proposito di investimenti, dubbi sono stati espressi anche sul finanziamento da 20 milioni alle Province. Secondo i tecnici dell’Ars, le somme destinate agli investimenti, non possono essere utilizzate per pagare le rate dei mutui, considerati spesa corrente. Non solo. Perplessità anche sulla copertura, visto che i 20milioni sarebbero presi da un eventuale, ma non certo, utile prodotto dal Servizio sanitario regionale.

I dubbi proseguono sugli altri articoli della finanziaria. Si parte dalla norma che prevede l’uso dei fondi dell’Irfis per la concessione di garanzie alle imprese e si continua con l’articolo otto che si occupa dei costi del personale della Resais. In tutti e due i casi non sono chiare le coperture finanziarie. E si finisce con la proroga dell’autorizzazione ad acquisire le terme di Acireale. L’operazione, nel 2018, era stimata 15 milioni ma essendo passato un anno potrebbero essere cresciuti gli oneri finanziari per la crescita dei tassi di interesse. Il costo per i tecnici dell’Ars andrebbe aggiornato ma così non è stato fatto. Adesso, al governo tocca fornire tutti i chiarimenti necessari. Lo “sbarco” del testo a Sala d’Ercole è previsto infatti per domani.


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