PALERMO – Ci sono finiti tutti dentro. Mogli, nuore e cugini sotto inchiesta per avere contribuito al grande intrigo dei beni dei Graziano-Madonia-Galatolo.
Si intestavano beni, firmavano atti dai notai e accendevano mutui. Insomma, avrebbero fatto la loro parte nel meccanismo attraverso cui le famiglie mafiose dissimulavano la proprietà di decine di immobili.
Un meccanismo che ha funzionato per decenni, anche grazie all’apporto di stimati professionisti. Ad esempio, l’avvocato Marcello Marcatajo, deceduto nei mesi scorsi e grande regista degli affari illeciti. Sotto inchiesta, però, ora c’è anche la moglie di quest’ultimo, Caterina Tripoli, mentre il figlio Giorgio nei guai c’era già finito nei mesi scorsi assieme al padre.
Tripoli, per la quale il giudice ha disposto un sequestro fino a raggiungere la somma di 166 mila euro, così hanno accertato i finanzieri del Valutario, sarebbe entrata in gioco quando nel 2007 fu necessario accendere un mutuo in banca, portando in garanzia un attico in via Jung che in realtà apparteneva ai Graziano. L’intreccio prosegue con Giuseppe Di Maria, cugino di Francesco Graziano, con Patrizia Carella, nipote di Vincenzo Graziano, Loredana, Mariangela, Roberto e Santo Graziano. Ad ogni nome è legata la storia di un immobile o di un’operazione finanziaria considerata sospetta. Una firma di troppo, spesso apposta da persone molto giovani e sulle quali sono ancora in corso gli accertamenti.