PALERMO – Se l’immenso Paolo Villaggio avesse meditato con più cura, probabilmente avrebbe ambientato le disavventure del suo ragioniere Fantozzi Ugo a Mondello e l’avrebbe chiamato Totuccio. Trovate voi un’altra metafora palermitana – e dunque universale – di ciò che può essere tragicamente fantozziano.
D’inverno, Mondello è prigioniera dell’acqua che cade dal cielo. Bastano tre gocce di pioggia e mezza per renderla simile a una piscina olimpica di smisurate dimensioni. Si leggono accorati articoli di giornale sulle auto intrappolate, sui rischi, sul disagio di chi combatte a mani nude contro la pioggia, manco fosse l’abitante di uno sperduto villaggio situato in un lontanissimo altrove. E poi si dimentica.
Vogliamo parlare del mano stradale e dei marciapiedi? Ci sono buche che hanno la stessa età di certe vecchissime tartarughe. Non le sistemano mai, se si esclude qualche rapido intervento di manutenzione che serve a poco. I marciapiedi deturpati, sozzi e pericolosi per i fautori della camminata a piedi, tramandano una raffigurazione perpetua dell’incapacità di affrontare i problemi al livello del suolo, escludendo l’empireo dei simboli.
Ma il culmine della rovina si tocca in questa interminabile estate che comincia a giugno e finisce settembre inoltrato.
La spiaggia, le strade e i cortili subiscono l’invasione di un variopinto popolo del Ferragosto perenne. Alcuni si riconoscono per l’ardore e si dividono per categorie esteticamente ravvisabili.
Ci sono i ‘mohicani’ che si distinguono per la giovane età, per la caratteristica acconciatura e per le urla che lanciano quando, sulla battigia danzano sfrenatamente e bevono birra, curando di abbandonare i vuoti a rendere tra le conchiglie. Ci sono i ‘pastafurnari’ che ammonticchiano scatoloni di pasta al forno. Tu pensi che si stiano preparando per resistere a un lungo assedio, invece consumano il consumabile in una mattinata. E vuoi che – dopo siffatte libagioni – si preoccupino pure di sparecchiare e di pulire?
Ci sono gli innamorati della sigaretta, consumata e lanciata tra le onde. Ci sono quelli che arrivano in cabina alle nove. Srotolano un bendidio di rosticceria, con le salviette che svolazzano di qua e di là. Lo divorano. E aspettano sette ore, dardeggiati dal sole implacabile, prima di tuffarsi. Serissimi studi scientifici hanno indagato sul miracolo di una tale sopravvivenza in condizioni estreme. E come dimenticare il Super Santos viaggiante che centra immancabilmente la nuca della vecchietta con l’enfisema, quasi in coma dopo due giorni di abbronzatura?
Ecco una porzione della fauna che percorre il ‘paesino‘, in questa interminabile stagione. E che lo distrugge, offrendo un’immagine cruda, per la pena degli altri palermitani civilissimi che non sporcano poiché rispettano una bellezza da custodire.
Dai, facciamo un patto. Vediamo di non sporcare Mondello. O almeno di non sporcarla troppo. Firmato: Fantozzi Ragionier Ugo. In arte Totuccio.