MONREALE – Nel cuore del quartiere Ciambra, all’interno della Diocesi di Monreale nel Dipartimento per l’Autismo e patologie correlate, è stato creato un ponte tra la Sicilia e gli Stati Uniti, per dare una nuova speranza alle persone speciali e alle loro famiglie. Un’affiliazione che, instaurata nel 2018 tra le diocesi di Monreale e New York, permette, nell’ambito della patologia dell’autismo, una forma di collaborazione cosolidatasi, negli ultimi anni, con la nascita di “Parent to Parent Italia”. Una sinergia rinsaldata poi nel 2019 a seguito del Convegno Internazionale sull’Autismo, un’occasione per mettere a confronto i vari approcci all’autismo. Ma non è tutto, nei programmi dell’associazione c’è la realizzazione di uno sportello a supporto psicologico.
Parent to Parent si occupa di costruire una rete per ridurre l’isolamento e consentire a coloro che si prendono cura di persone con disabilità dello sviluppo o esigenze sanitarie speciali di navigare e influenzare i sistemi di servizi e prendere decisioni informate. La sede siciliana, unica in Italia, nasce al termine di un viaggio in America con passeggeri d’eccezione: l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi; il direttore Sanitario del Dipartimento per l’Autismo e patologie correlate, il dottor Giuseppe Rotolo e insieme con loro la piccola Beatrice, accompagnata dalla sua famiglia. Un’affiliazione tra le due Diocesi frutto dell’impegno e della sensibilità dell’arcivescovo di Monreale che recentemente ha manifestato il desiderio di fare partecipare l’associazione alla Pastorale della Famiglia, per ampliare gli orizzonti delle famiglie speciali. “Girando nelle scuole – dice Pennisi – ho conosciuto bambine e bambini con sindrome autistica così abbiamo cercato il modo per andare incontro alle famiglie. Sono stato due volte negli Stati Uniti, insieme al dottor Rotolo e ad alcuni dirigenti scolastici, per conoscere le esperienze americane e riportarle in Sicilia. In quell’occasione abbiamo siglato anche un accordo con Parent to parent perché ci potesse essere una sezione italiana. Durante il viaggio abbiamo visitato The Centre for Discovery, uno dei più grossi centri di New York, in cui è trattata la sindrome dell’autismo e ci sono risultati significativi. Abbiamo organizzato due convegni rivolti alle famiglie siciliane – conclude – cui hanno preso parte i relatori americani”.
Settimanalmente, in alcune parrocchie dell’Arcidiocesi monrealese come Villaciambra e Chiusa Sclafani, si svolgono laboratori con gruppi di pari che coadiuvano i bambini nel raggiungimento dei loro obiettivi. I trattamenti praticati sono supervisionati dallo psicoterapeuta Rotolo, cocreatore del Gestalt Disability, che insieme alla sua equipe aiuta un buon numero di bambine e bambini con disabilità a recuperare una vita serena. “Pratichiamo dei trattamenti in Sicilia che solitamente sono svolti in America – spiega lo psicoterapeuta Rotolo – un’opportunità a portata di tutte le famiglie. Negli anni siamo riusciti a farli nelle parrocchie e nelle scuole, l’accordo tra le due Diocesi permette alle famiglie di avere nuove speranze e nuove possibilità”. Il modello sarà presto oggetto del master “Trattamento integrato dello spettro autistico Gestalt Disability Therapy and TCFDNY”, in cui sarà lo stesso Rotolo, insieme ai colleghi americani, a insegnare il metodo, le possibilità d’intervento, l’efficacia e l’efficienza dell’azione terapeutica e educativa. “Un modello semplice e che funziona – dice Rotolo – la psicoterapia della Gestalt, correlata al modello del The Center for Discovery di New York, propone un approccio integrale, relazionale ed empatico all’interno delle pratiche terapeutiche e educative e rappresenta lo sfondo ideale nel quale sviluppare il trattamento integrato dello spettro autistico. L’applicazione di questo modello d’intervento – continua – dà alla persona l’occasione di riconoscere, far emergere e affermare la sua personalità, può rappresentare un utile e innovativo strumento in contesti storico-culturali che richiedono il riferimento a precisi modelli teorici”.
Tornando alle attività di Parent to Parent, l’ultima avventura è terminata qualche settimana fa con il laboratorio di Teatroterapia, condotto dall’attore e teatroterapeuta Paolo Ferrara, che ha visto le piccole e i piccoli partecipanti protagonisti di una performance in piazza Guglielmo II a Monreale. Insieme con loro ha danzato Gaetano La Mantia, tersicoreo del Teatro Massimo di Palermo. Durante la giornata è stato realizzato un video che diventerà uno spot per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla bellezza della disabilità grazie al contributo del mondo delle Arti. La colonna sonora è affidata a Giuliana Di Liberto, nell’interpretazione di Life in Mars, le riprese e il montaggio a cura di Alfred Di Forti, mentre la regia è di Angelo Butera. “Abbiamo scelto la piazza – dice Marilina Sclafani, referente Parent to Parent Italia- per condividere l’esperienza in maniera inclusiva. L”arte può rappresentare una buona pratica rivolta ai nostri bambini per permettere di entrare in contatto con il mondo serenamente e allegramente. Siamo convinti che questo approccio possa offrire nuovi stimoli. E poi la nostra filosofia è uscire alla luce del sole. Abbiamo trascorso un momento buio durante lo scorso lockdown – racconta la referente di Parent to Parent – perché le bambine e i bambini sono stati esposti a un’inevitabile regressione rispetto ai progressi raggiunti. La scorsa estate, dopo aver raccolto il grido d’allarme dei genitori, abbiamo cercato delle soluzioni così è stato sviluppato un intenso programma per offrire nuovi stimoli. Abbiamo dato spazio alle attività sensoriali mettendo in pratica quanto appreso dagli americani: interventi assistiti con gli animali e ortoterapia ospitati dall’associazione Equiturismo Cultura della dottoressa Rosalba Gullo”. I recenti laboratori, invece, nascono dal partenariato con l’associazione Mete Onlus presieduta da Giorgia Butera, impegnata nel progetto “Mideap” e sostenitrice de “Il Mondo di Bea”, un programma con tante novità. Si proietta al futuro con ottimismo Marilina Sclafani che oltre essere referente di Parent to Parent è anche insegnante di sostegno nell’I.C.S. Scinà-Costa e mamma di una bambina speciale. “É sbocciata come un fiore aprendosi al mondo e alle relazioni nel gruppo dei pari. Sono i miei bambini i nostri insegnanti – termina – perché hanno dimostrato una grande prova di resilienza. Il messaggio più profondo”.