CATANIA – Il 26enne alla guida della Fiat Punto che investì Chiara Adorno, la studentessa Scienze biologiche che morì così, nella circonvallazione di Catania, il 7 novembre scorso, per la Procura di Catania era “distratto dall’utilizzo dell’applicativo whatsApp”. La ragazza era originaria di Solarino.
La tragedia si consumò in pochi attimi. Chiara era finita a terra dopo esser stata colpita da una moto Honda SH, che, sempre secondo gli inquirenti, andava a “72 chilometri all’ora”. Si trovava a terra, sull’asfalto della Circonvallazione, quando giunse la Punto che, sempre secondo la tesi della Procura, giunse “a 85 chilometri all’ora”. Il resto è la dinamica, tragica, dell’incidente.
L’ipotesi della Procura
Per la povera ragazza non ci fu nulla da fare. La tesi dell’accusa trapela dall’ipotesi di reato formulata e contenuta nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dal pm Fabio Salvatore Platania. L’inchiesta è chiusa e dunque sono venute meno le esigenze di riservatezza connesse al fatto.
I due indagati, oggi entrambi 27enni, sono accusati di omicidio stradale. Sono difesi dagli avvocati Pierluigi Papalia e Domenico Maravigna. Non è chiaro quali siano gli elementi da cui i consulenti del pubblico ministero abbiano dedotto che l’automobilista fosse distratto da whatAspp e la velocità dei mezzi.
L’inchiesta
Ma da indiscrezioni trapela che agli atti ci sarebbe una sorta di “scatola nera” assieme alle immagini di un distributore di carburante della zona. La famiglia di Chiara, si ricorda, sin da subito ha depositato la nomina dei difensori, con l’obiettivo di fare giustizia. È assistita dal professore Giovanni Grasso e dall’avvocato Sandro Del Popolo. Chiara aveva solo 18 anni e si era immatricolata al corso di Scienze Biologiche.
La perizia degli ingegneri è stata depositata da tempo sul tavolo della magistratura requirente. Sono già decorsi i venti giorni in cui le difese hanno avuto la possibilità di acquisire l’intero fascicolo, chiedere l’interrogatorio, depositare o richiedere nuovi atti istruttori.
I prossimi passaggi
A giorni la Procura deciderà se, e nei confronti di chi, esercitare l’azione penale chiedendo il rinvio a giudizio. Ancora, ad ogni modo, sulla consulenza degli ingegneri non è trapelato nulla. Gli indagati all’epoca avevano entrambi 26 anni, guidavano rispettivamente una Fiat Punto e una Honda Sh.