PALERMO – La storia del “sindaco santo” come testimonianza di fede e solidarietà. E’ questa la testimonianza portata dal “Movimento Giorgio La Pira per il Mediterraneo” alla missione “Speranza e Carità” di Palermo. L’incontro è avvenuto nella missione di via Decollati di Biagio Conte, dove si stanno svolgendo alcune iniziative, in vista della visita di Papa Francesco, prevista per sabato 15 settembre.
L’associazione è nata due anni fa a Nizza di Sicilia e collabora con la più antica fondazione “Giorgio La Pira”, che ha sede a Firenze, città di cui il politico siciliano fu sindaco. Dal 2016 a oggi, si è occupata di promuovere progetti “di solidarietà concreta”, come li ha definiti lo stesso presidente Nino Giordano: “Oggi siamo qui per portare il nostro aiuto alla missione. Ci impegniamo a raccogliere fondi e sovvenzionare la costruzione di un mulino per far lavorare i ragazzi di Biagio Conte. Qui, infatti, c’è bisogno di infrastrutture che permettano di svolgere attività socialmente utili, come la produzione del pane”.
Prima della proiezione di un lungometraggio, con testimonianze sulla vita del politico democristiano di origini siciliane, il presidente si è intrattenuto a parlare degli obiettivi a lunga scadenza fissati dal movimento: “Oggi in Sicilia esistono tantissime associazioni legate alla memoria del sindaco santo,e altrettante sono quelle che operano in nome di Luigi Sturzo. Sarebbe davvero significativo se riuscissimo a creare un dialogo con tutte loro. La fede, infatti, ci insegna a vivere nella collaborazione e lavorare assieme ci permetterà di raggiungere più agevolmente i nostri obiettivi”.
Ma non solo iniziative solidali, per Giordano è tempo che i cattolici uniti tornino ad avere un peso anche dal punto di vista politico: “Non dico per forza un partito, ma mi piacerebbe avessimo una struttura unitaria, che dialoghi direttamente con le istituzioni”.
E sull’avvicinamento di gran parte dell’elettorato religioso verso le posizioni politiche del vice premier Matteo Salvini (stando ai recenti sondaggi), afferma: “Su alcune cose possiamo anche essere d’accordo, ma su molte altre devo dissentire. Noi crediamo nel messaggio della chiesa contemporanea e di Papa Francesco. Sull’accoglienza – ad esempio – dovremmo essere più solidali verso il prossimo, ma anche aiutare chi soffre nei rispettivi paesi di origine. Insegniamo loro a praticare l’agricoltura, così che possano essere utili qui e riportare civiltà in patria. In tutto questo – conclude il presidente -, è necessario dare risposte contestualmente ai ragazzi italiani, affinché non si sentano loro obbligati a migrare altrove”.