Nella giornata in cui l’Ars “ufficializza” la stretta sulle assenze dei deputati, scoppia la polemica per l’assenza di Lombardo, che oggi avrebbe dovuto “rendere conto” al parlamento dell’incontro di cinque giorni fa col presidente del consiglio Mario Monti.
I tagli alla busta paga dei deputati in caso di assenza ai lavori parlamentari sono stati decisi dal consiglio di presidenza dell’Ars, in una seduta del 21 dicembre scorso. La norma, che prevede una trattenuta dalla busta paga degli onorevoli anche in caso di assenza dalle commissioni parlamentari, di fatto recepisce una disposizione del Consiglio di presidenza del Senato della Repubblica a sua volta “conseguenza” del decreto legge del 13 agosto del 2011. Le nuove disposizione saranno attive, per quanto riguarda le assenze dall’Aula, già da domani, mentre entrerà a regime per le commissioni dal primo marzo.
Assenze dall’Aula
Finora, una decurtazione di 258,23 euro era prevista solo in caso di assenza dall’Aula solo nel caso in cui la seduta comportasse la votazione di leggi o provvedimenti. Con la nuova disposizione, invece, i deputati avranno un “bonus” da spendere di sole due assenze (escluse quelle per motivi di salute o per ricovero ospedaliero, che andranno ovviamente documentate). Dalla terza assenza in poi, insomma, scatterà la decurtazione, a prescindere dalla “natura della seduta”. Il “congedo”, poi, andrà legato strettamente all’attività parlamentare. Altrimenti, anche questo verrà conteggiato come assenza.
Assenze dalle commissioni
Per la prima volta, viene introdotta la decurtazione per le assenze alle commissioni parlamentari. I deputati che non si presenteranno alle sedute di commissione in cui si terrà una votazione, infatti, subiranno una “multa” pari a un trentesimo della componente variabile della diaria mensile (circa 116 euro).
In caso di sostituzione di un deputato con un collega, la presenza “spetterà” al sostituto, mentre non viene considerata assenza quella di un parlamentare impegnato in altre commissioni legislative o d’indagine. La presenza nelle commissioni verrà rilevata da un “foglio delle firme” del quale è responsabile il presidente della stessa commissione.
Intanto, la discussione prevista nella seduta d’Aula di oggi, durante la quale il presidente della Regione Raffaele Lombardo avrebbe dovuto relazionare i deputati sull’incontro di cinque giorni fa col presidente del Consiglio Monti, è saltata per l’assenza del governatore. O meglio, proprio a causa di questa assernza i parlamentari dell’opposizione hanno chiesto il rinvio a un’altra giornata. Non nascondendo il proprio disappunto: “A distanza di pochi giorni dal vertice col premier Monti, – ha detto Toto Cordaro del Pid –
emergono tutte le reticenze e le verità virtuali del presidente Raffaele Lombardo rispetto all’esito reale del confronto con il
governo nazionale. Lombardo, anche oggi ha preferito sottrarsi al confronto con l’aula in occasione del dibattito sul vertice, pensando di celare le verità sul fallimentare risultato della sua azione di governo e della scarsa credibilità che egli riscuote a Roma”. “Le continue assenze del Governatore, bravo a parlare ma che sistematicamente si rifiuta di ascoltare, – l’affondo di Salvo Pogliese, del Pdl – offendono e mortificano il parlamento e il popolo siciliano che grida, nelle piazze, la sua rabbia e il suo grave disagio”.
“Assistiamo oggi – ha replicato il capogruppo dell’Mpa Francesco Musotto – ad un inasprimento del dibattito politico che sfiora demagogicamente la provocazione pretestuosa delle opposizioni. Il presidente Lombardo, che ha grande rispetto del parlamento, dove oggi il governo siciliano era rappresentato in Aula dall’assessore Piercarmelo Russo che aveva preso parte all’incontro con Monti – ha aggiunto – si è impegnato senza sosta anche nella stessa giornata odierna per la definizione dei tavoli tecnici per dare risposta celere alla protesta di questi giorni e prossimamente avrà modo di approfondire ulteriormente il tema con le istituzioni”.
Più duro un altro esponente dell’Mpa, Giuseppe Arena: “Bloccare una seduta di parlamento siciliano, per l’assenza di un presidente della Regione, notoriamente impegnato 25 ore al giorno per il benessere del popolo siciliano, e che oggi era soltanto atteso dal Ministro Barca, ministro per le politiche di coesione, è operazione politica vile, dilatoria e assolutamente irrazionale.
I mezzucci fini a se stessi, – ha proseguito – utilizzati da una opposizione parolaia ormai spompata oltre che spuntata, rappresentano con evidenza, l’incapacità di formulare concreti progetti di governo del territorio”.
tutte, a partire da quelle siciliane