Ma sì, per una volta chiamiamola col nome maleodorante e familiare che ci è consueto. Chiamiamola munnizza. I rifiuti sono una cosa delicata, al confronto. Un dettaglio da città civili. Alla sporchissima Palermo si addice, appunto, la munnizza, con le sue cataste oltre ogni immaginazione.
Essere infelici a Palermo. Oggi sarebbe il titolo necessario e capovolto di una benemerita riflessione di molti anni fa. Essere infelici per il caos, per il degrado e per l’inarrestabile munnizza, appunto. Ce la farà la Rap a funzionare, un giorno più o meno lontano? Chissà, per ora no che non va. Una verità sotto gli occhi di tutti.
Ieri, per esempio, c’era sicuramente un uomo più infelice di altri, nella città infelicissima, il sindaco Roberto Lagalla. Ma come: la Regione ‘regala’ un milione di euro in soccorso della pulizia e i sindacati Rap annunciano, contestualmente, lo stop dei doppi turni, che anticipano un aggravamento delle condizioni ambientali? Significa passare da un respiro di sollievo a un macigno di desolazione.
Eppure, è accaduto. Il milione offerto dal presidente della Regione ha dato il ristoro di uno zuccherino che si è trasformato in fiele, con la nota di chiusura dei sindacati. Roba da guardare l’oroscopo per capire dove è meglio scappare.
Stamattina, sindaco e sindacati si vedono a Palazzo Palagonia e immaginiamo che sarà una discussione molto accesa, in cui Roberto Lagalla, verosimilmente, ripeterà il suo ultimatum: o l’azienda riesce a dare un colpo d’ala, oppure tanti saluti.
Una nuova puntata, l’ennesima, di una telenovela che, francamente, ha passato il segno, perché il tempo delle chiacchiere è finito già da un po’. Il tempo della sopportazione della munnizza è scaduto.