Cassonetti bruciati, immondizia sparsa in strada per protesta, monumenti e ville piene di spazzatura. E i commissari dell’Amia, l’azienda per la raccolta dei rifiuti, pronti a vendere alcuni beni della società per incassare denaro necessario a pagare i creditori, mentre i lavoratori da giorni si riuniscono in assemblea durante i turni rallentando il servizio di raccolta. D’un tratto, a Palermo è di nuovo emergenza rifiuti. In centro e in periferie le scene sono uguali: cassonetti stracolmi di immondizia, sacchetti di plastica lasciati sopra i marciapiedi e nelle strade. Pieni anche i contenitori per la raccolta differenziata, in tilt da qualche giorno con i condomini che temono le multe dei vigili urbani.
La gente comincia a manifestare i primi segnali d’insofferenza. I vigili del fuoco, la scorsa notte, hanno effettuato 14 interventi in diverse zone della città per spegnere gli incendi appiccati alle cataste d’immondizia e ai cassonetti. In via Ponticello, nel cuore del centro storico, un gruppo di residenti stamattina ha riversato la spazzatura in strada, impedendo l’accesso alle auto e bloccando il passaggio ai turisti in visita a casa Professa. In via Messina Marine, nel lungomare della città, i rifiuti si trovano in ogni angolo di strada, stesse scene in via dei cantieri, nella zona del porto, dove i cumuli di spazzatura arrivano a superare i due metri d’altezza.
I riflettori adesso sono puntati verso i commissari dell’Amia, che domani riferiranno ai capigruppo del consiglio comunale sulla situazione dell’azienda. Ma già, attraverso una nota, fanno sapere di essere pronti a mettere sul mercato le quote della società Amg nel caso in cui il Comune non le riacquistasse e ”hanno anche dato incarico di rivedere la stima di alcuni immobili che il Comune ha trasferito ad Amia in fase di ricapitalizzazione, al fine di accertarne l’attuale valore di mercato con l’obiettivo di alienare pure questi cespiti”.