Non sarebbe più dignitoso e meno spudorato che i transfughi di ogni tipo e ogni colore facessero le loro trasmigrazioni in silenzio, senza dover per forza insultare i partiti e i leader politici con i quali hanno convissuto sino a qualche minuto prima?
Francesco Musotto attacca, giustamente, secondo questo stantio rituale, il presidente della Regione. Lo attacca perché ha necessità di accreditarsi agli occhi dei nuovi amici dell’Udc come persona vessata e maltrattata, che è stata costretta ad abbondare l’Mpa in cerca di nuovi approdi e di nuove fortune. Tentando di giustificare maldestramente quella che è, chiamiamola con i termini esatti, una precisa scelta di trasformismo e opportunismo.
Pare, tuttavia, che i conti non gli siano riusciti. Per quel che leggiamo sta già rinunciando alla candidatura alle elezioni regionali. Eppure, ricordo bene, il suo ritornello declinato più e più volte: “io sono interessato soltanto a fare il deputato regionale”.
Fra le altre cose, Musotto dice che Lombardo non ama nessuno, dimostrando di avere memoria corta o, peggio ancora, di essere spudoratamente in malafede.
Musotto non finga di dimenticare che e’ stato lui a chiedere asilo politico all’Mpa, perché, a suo dire, era stato calpestato da Forza Italia. Più o meno quello che oggi lui lamenta nei confronti di Lombardo.
In effetti in Forza Italia, aveva fatto il presidente della Provincia di Palermo per ben tre volte, ed era stato sostenuto e difeso proprio da Gianfranco Miccichè in occasione della sue vicende giudiziarie.
In occasione dell’ultima elezione a presidente della Provincia Miccichè non voleva saperne di ricandidarlo dato che, com’è solito fare, Musotto agganciato il potere dimentica sia chi gliel’ha portato, che le persone alle quali deve essere grato. In quell’occasione è stato Lombardo ad avere nuovamente fiducia in lui. Sicuramente, questo retroscena Musotto lo ricorda bene.
Torniamo a noi. Musotto chiese asilo all’Mpa perché Forza Italia “non gli aveva dato niente”, lo aveva maltrattato, e gli aveva consentito di fare “soltanto” il deputato regionale. La verità è che Forza Italia non lo aveva eletto presidente dell’Assemblea. E per reazione, Musotto cambia e aderisce all’Mpa. Lombardo lo accoglie e paga questa scelta, in fondo, rompendo col Pdl e con il senatore Schifani in particolare.
Frattanto Lombardo gli attribuisce “soltanto” la funzione di capo dei deputati, che Musotto ha governato senza dare conto a nessuno. E ora cambia, nuovamente. Recitando il medesimo copione. Cambia perché nonostante lo si sia trattato come un mezzo padre eterno, non gli è stato fatto fare né il sindaco di Palermo e neanche l’assessore regionale.
Della sua fuga verso l’Udc ne abbiamo preso atto senza disperarci, in attesa di un nuovo salto triplo. A Musotto, però, non possiamo permettere di lanciare accuse strumentali parlando di riforme incomplete o che non si sarebbero fatte. Il suo è un giocare a nascondersi dietro la più minuscole della foglie di fico.
Musotto ha dimenticato le riforme della sanità e della formazione professionale, lo stop a termovalorizzatori e ai mega parchi eolici che lui ha più volte decantato il aula? O è stato distratto, come in effetti è apparso più volte durante i lavori dell’Assemblea Regionale Siciliana?
Perché, poi, non riconosce che ha orientato non poche scelte del presidente della Regione, che hanno, comunque, riguardato suoi amici.
Fra le altre sciocchezze che dice, accusa Lombardo di aver compiuto “un errore madornale” non valorizzando le qualità di Lino Leanza.
Molto bene. Musotto ci conferma che è un po’ confuso e smemorato. Ha, forse, dimenticato che Leanza è stato : il segretario dell’ Mpa, assessore regionale, capo gruppo, come lui e prima di lui, nonché anche presidente della Regione facente funzioni?
Cosa intende dire Musotto per valorizzazione? Cosa avrebbe dovuto fare Lombardo oltre che fargli fare tutto quello che era possibile?
La verità è, come si vede, e come anche il caso Leanza dimostra, che non è un problema di maltrattamento, ma piuttosto di opportunismo e trasformismo.
E’ un problema che rappresenta una delle piaghe più vergognose e squallide di certa classe politica regionale. Se deve accreditarsi agli occhi dei suoi amici dell’Udc, Musotto faccia la sua parte, si conquisti il suo credito dimostrando i suoi meriti, e la smetta lui, e gli altri, di sputare e di aggredire, quanti hanno avuto il torto di aprirgli le porte di casa e di avergli fatto fare tutto quello che egli, in fondo, ha voluto.