Schifani e Lombardo, le ragioni del nuovo patto politico

Schifani-Lombardo, viaggio tra le ragioni di un feeling ritrovato

Un rapporto politico che vive una nuova stagione
IL RETROSCENA
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PALERMO – Una collaborazione su diversi fronti, un rapporto politicamente più stretto e, di certo, la reciproca promessa di un dialogo migliore per i mesi futuri. Si basa su questi principi il ritrovato feeling tra il presidente della Regione Siciliana e leader di Forza Italia nell’Isola, Renato Schifani, e il co-fondatore di Grande Sicilia, Raffaele Lombardo. Si andrà ben oltre la semplice federazione sancita nella primavera 2024 alla vigilia delle Europee, ma non ci saranno scioglimenti di un partito in favore dell’altro. (foto d’archivio)

Un nuovo patto Schifani-Lombardo

I due protagonisti della storia hanno messo da parte vecchi dissapori rinsaldando l’asse tra Forza Italia e gli autonomisti, che però restano, appunto, ‘autonomi’ e non confluiscono ufficialmente nel partito guidato a Roma da Antonio Tajani. Una mossa che arriva proprio mentre la Dc di Totò Cuffaro, acerrima nemica di Lombardo ma non di Schifani, viaggia spedita in tandem con la Lega verso il doppio appuntamento Politiche-Regionali. Uno scenario di mosse e contromosse nel mondo moderato di Sicilia.

Le ragioni del feeling Schifani-Lombardo

Il ritrovato feeling tra Palazzo d’Orleans e l’ideatore del Movimento per l’autonomia ha ragioni ben ancorate alla realtà. Un nuovo patto con dei punti fermi che guardano a precise scadenze fissate sul calendario del centrodestra, da qui ai prossimi due anni.

Manovra, congresso FI ed elezioni

L’ultimo appuntamento è rappresentato dalle elezioni regionali del 2027, dove però Forza Italia e Grande Sicilia andranno con liste separate. Troppo angusti gli spazi e troppo numerosi i pretendenti ad uno dei dorati scranni dell’Ars: l’ipotesi di liste unitarie non è mai stata presa in considerazione da nessuna delle due parti in causa. Storia diversa, invece, quella delle elezioni politiche: Lombardo potrebbe strappare qualche buona candidatura in chiave romana portando in dote alla causa forzista un buon cesto di voti, come già accaduto alle Europee con l’elezione di Caterina Chinnici. La scadenza più vicina, invece, è rappresentata dalle variazioni di bilancio all’Ars. Schifani rinsalda così il fianco autonomista della coalizione che all’ultima manovra, prima della pausa estiva, si era mostrato apertamente ostile.

marcello caruso
Marcello Caruso

In mezzo c’è la partita per la leadership interna di Forza Italia, con il governatore che punta sulla candidatura del fedelissimo Marcello Caruso. Lombardo, che intanto ha ottenuto la nomina di Luigi Genovese alla guida dell’Ast e altri incarichi di sottogoverno, potrebbe giocare un ruolo importante per rafforzare il fronte pro-Caruso nella corsa al tesseramento. La provincia di Catania è un territorio nel quale una delle voci più critiche all’interno di Forza Italia, quella dell’eurodeputato Marco Falcone, è più forte e così il soccorso esterno degli autonomisti potrebbe risultare determinante all’ombra dell’Etna.

Miccichè e Lagalla?

Restano da capire le intenzioni degli altri due compagni di viaggio di Lombardo nell’avventura di Grande Sicilia: l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Quest’ultimo ha fatto visita al congresso regionale di Noi Moderati, altra espressione centrista del centrodestra. Saverio Romano e i suoi vantano un rapporto molto stretto con Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, e sgomitano per trovare spazio vitale nella coalizione.

Roberto Lagalla al congresso di Noi Moderati

Il sindaco di Palermo ricuce con Noi Moderati

Lagalla prova a ricucire lo strappo con Romano dopo le critiche mosse da quest’ultimo per il mancato coinvolgimento del partito di Lupi nella giunta di Palermo. La sortita del sindaco di Palermo all’Addaura Hotel è soltanto l’ultima delle tante novità nel mare magnum dei centristi di Sicilia.


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