Musumeci contro Fava: "Linguaggio della peggiore antimafia"- Live Sicilia

Ars, Musumeci attacca Fava|”No alle sue lezioni di moralità”

Dibattito sulla relazione di metà mandato. L'intransigenza di Pd e M5s, l'opposizione 'responsabile' di Attiva Sicilia. Duello con il presidente dell'Antimafia
LA SEDUTA
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PALERMO – Una seduta alla camomilla ma con un finale in crescendo: Musumeci che riscalda il clima, difende il suo operato e rinnova il duello con Claudio Fava. Dopo la relazione di metà mandato pronunciata una settimana fa dal presidente della Regione, Sala d’Ercole vive un pomeriggio di relativa calma, colpa (o merito) anche di un dibattito che arriva a distanza di giorni e che risulta quasi disinnescato, almeno fino a un certo punto, nella sua carica emotiva.

“CRETINISMO POLITICO E OPPOSIZIONE SERENA”
Sull’Esecutivo piovono le critiche di Partito democratico e Movimento cinque stelle, e quelle assai più morbide da parte di Italia viva. Si intravede anche l’opposizione ‘responsabile’ di Attiva Sicilia: la rimarca lo stesso governatore nella sua controreplica, quando sottolinea che negli interventi degli ex grillini ha intravisto una “opposizione serena”, segno del fatto che si può contrastare questo governo “senza fare ‘cretinismo politico’”. È la frase che fa alzare la temperatura al termine di un dibattito per nulla acceso. Poco prima dell’intervento del governatore lo stesso presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, in sala stampa archiviava la giornata con soddisfazione parlando di un confronto “sereno” tra maggioranza e opposizione che nel rispetto dei propri ruoli “hanno dato vita a un dibattito costruttivo”.

“NERVOSISMO E CADUTE DI STILE”
Musumeci, che chiede ai propri assessori di intervenire ognuno per il proprio settore a difesa dell’operato del governo, parla quando è ormai ora di cena e descrive invece “un clima di nervosismo e qualche caduta di stile” nel dibattito della giornata. L’obiettivo del governatore è Claudio Fava, suo successore alla guida della commissione Antimafia di Palazzo dei Normanni che all’inizio del dibattito non aveva lesinato critiche per i “silenzi” di Musumeci sulle inchieste riguardanti rifiuti e sanità. “Il governatore non ha detto una parola sul presidente della Sicula Trasporti (Vito Branca, ndr), che è anche presidente di Riscossione Sicilia, – le parole di Fava – mentre Candela e Damiani (i due manager della sanità arrestati nell’ultima inchiesta che ha scosso il settore, ndr) sono stati indicati da questa giunta”.

“FAVA CENSORE COME LA PEGGIORE ANTIMAFIA”
Parole che non sono piaciute a Musumeci e così il governatore attacca a testa bassa: “Fava la smetta di usare un linguaggio cifrato, le mezze parole, gli ammiccamenti e le allusioni”. Mezzi che “appartengono alla migliore tradizione della peggiore antimafia”. L’affondo sul presidente dell’Antimafia regionale dura diversi secondi: “Il ‘deputato’ Fava fa il censore ed è convinto di potere dare lezioni di moralità a quest’Aula ma bisogna evitare di fare i moralisti, perché la politica della superiorità genetica non esiste”. È la riproposizione di uno scontro già visto diverse volte a Sala d’Ercole e che probabilmente si rivedrà ancora in altre occasioni, a partire dal prossimo dibattito sulla mozione di sfiducia che il Movimento cinque stelle ha annunciato di volere presentare nei confronti di Musumeci.

“CANDELA? ERA PALADINO DELL’ANTIMAFIA”
Dopo avere difeso la scelta di Branca per Riscossione Sicilia (“il migliore tributarista in Sicilia”), il presidente della Regione apre il capitolo Candela, l’ex manager dell’Asp di Palermo chiamato a guidare la struttura anti-Covid della Regione e infine finito agli arresti nell’inchiesta ‘Sorella Sanità’: “Serviva un coordinatore che avesse competenze sanitarie e che fosse una persona perbene e Candela è stato l’uomo e il paladino più elogiato in questi anni in Sicilia in tema di antimafia”, esclama Musumeci che poi si giustifica: “Con quel curriculum non c’erano ragioni per non sceglierlo in un ruolo in cui comunque non ha deciso alcuna spesa”. Alla fine, però, “Candela si è rivelato una maschera”.

La replica di Fava: “Io non alludo e faccio nomi e cognomi, tu non rispondi”

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LA DIRETTA DELL’AULA
22.30 – Musumeci, infine, affronta la questione della mozione di sfiducia e chiede alla vicepresidente di Sala d’Ercole, Angela Foti, di calendarizzare la discussione alla prima seduta utile dell’Assemblea: “In questo modo, se non dovesse passare, potremo lavorare senza questa spada di Damocle”. Foti replica: “Il documento non è ancora stato presentato, sarà calendarizzato a norma di regolamento quando verrà depositato”.

22.19 – Musumeci tocca anche il tasto della nomina di Antonio Candela, ex dG dell’Asp di Palermo poi finito in arresto nell’ambito dell’inchiesta ‘Sorella Sanità’, a capo della struttura anti-Covid: “Serviva un coordinatore che avesse competenze sanitarie e che fosse una persona perbene e Candela è stato l’uomo e il paladino più elogiato in questi anni in Sicilia in tema di antimafia. Dopo abbiamo scoperto che Candela era una maschera”.

22.03 – Musumeci attacca Claudio Fava: “La smetta di usare un linguaggio cifrato, le mezze parole, gli ammiccamenti e le allusioni: un linguaggio che appartiene alla migliore tradizione della peggiore antimafia”. E ancora: “Fava si sforza di fare il censore ed è convinto di potere dare lezioni di moralità a quest’Aula che non è il paradiso della politica siciliana ma neanche l’inferno. Dobbiamo evitare di fare i moralisti, perché la politica della superiorità genetica non esiste”.

21.53 – Ancora Musumeci: “Questo governo non ha l’ambizione di fare miracoli: stiamo solo lavorando con grande umiltà per ridare normalità a una regione”.

21.46 –  “Questa sera ho colto un clima di nervosismo e qualche caduta di stile. Per carità, ci sta perché quando l’avversario lavora bene e dà segni di particolari risultati inevitabilmente suscita gelosie e reazioni”. Questo un passaggio della controreplica del governatore Nello Musumeci. Citando gli interventi dei deputati di Attiva Sicilia e e della deputata M5s Gianina Ciancio il governatore ha parlato di “opposizione serena”, segno del fatto che “si può fare opposizione senza fare ‘cretinismo politico’”.

21.22 – “È stato un dibattito più che civile da parte di tutti i gruppi. Abbiamo stabilito dei tempi che sono stati accettati da tutti, anche nei toni è stato un dibattito ben fatto. Sono soddisfatto per il confronto di oggi”. Lo afferma il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, conversando con la Dire a margine della seduta.

20.42 – “I siciliani sono stanchi di un presidente che si guarda allo specchio e si dice ‘quanto sono bello’ e saranno loro a sfiduciare Musumeci”. Così Nuccio Di Paola (M5s).

20.30 – “Musumeci è il primo tra i governatori del centro-sud per gradimento e questo vi brucia”. Questo un passaggio dell’intervento del capogruppo di Diventerà bellissima, Alessandro Aricò, rivolto al Movimento cinque stelle che ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione. Parlando dell’attività di governo, Aricò ha ricordato “le migliaia di stabilizzazioni dei precari”, “il consistente investimento” sul Centro direzionale della Regione e la realizzazione delle Zes (Zone economiche speciali), “importante obiettivo raggiunto da questo governo”. Un cenno anche alla sanità: “Dopo anni è stata completata la rete ospedaliera e sono partiti i concorsi per migliaia di posti. Il Covid? Qualcuno forse qui sperava in uno scivolone e invece c’è stata una gestione perfetta di una emergenza a cui nessuno era abituato”.

20.18 – “Presidente, la sua relazione conferma che lei non ha un progetto di sviluppo per la Sicilia”. Lo ha detto il capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Lupo, nel suo intervento a Sala d’Ercole con cui ha replicato alla relazione di metà mandato del governatore Nello Musumeci. Dopo avere passato in rassegna le “riforme incompiute del governo come quella dell’Esa, dell’Iacp, delle Ipab e dei Consorzi di bonifica”, Lupo si sofferma anche sulla App ‘Sicilia Sicura’, ideata per contrastare gli effetti del Covid: “Mi auguro che Musumeci possa dirci a quali compiti assolve e quanto è costata”, le parole di Lupo.


20.07 – “La corruzione è sempre più dilagante in tutti i settori dell’amministrazione regionale: nell’interesse dei siciliani le chiediamo una maggiore attenzione nelle nomine e azioni concrete volte ad arginare il fenomeno”. Questo un passaggio dell’intervento di Roberta Schillaci (M5s). “Le chiediamo il potenziamento delle attività di vigilanza”, rivolgendosi a Musumeci.

19.50 – “Siamo opposizione e siamo insoddisfatti di questo operato ma siamo pronti a lavorare e a svolgere il nostro dovere”, sono le parole di Elena Pagana (Attiva Sicilia) che lascia la porta aperta alla collaborazione con l’Esecutivo. “I giudizi sono severi ma sappiamo che il momento è delicato e che serve prudenza nelle dichiarazioni”, aggiunge.

19.35 – Il podio di Sala d’Ercole ospita ora Stefania Campo (M5s), che attacca il governo regionale per la nomina del leghista Alberto Samonà alla guida dell’assessorato ai Beni culturali: “Ha scritto una poesia esaltando le SS naziste ed è affascinato dall’occulto – le parole di Campo -. Samonà sui social ha poi offeso il presidente del Consiglio, ha sbeffeggiato il presidente della Repubblica e ha deriso il 25 aprile, eppure Musumeci lo ha definito sobrio…”.

19.29 – Luigi Sunseri (M5s) interviene ricordando che “dal 2017 a oggi nessuna opera di razionalizzazione della spesa del bilancio di questa Regione è stata messo in atto” e che “quello tra Ircac e Crias è l’unico esempio, brutto, di fusione tra enti”. Sunseri poi rincara: “Credo che questi due anni da qui a fine legislatura voleranno e se lei non cambierà passo – rivolgendosi a Musumeci – sarà un brutto ricordo per questa regione”.

19.10 – “Accusano Musumeci di non avere una visione? La visione c’è, di certo diversa da chi aveva un megafono e strombazzava o di chi faceva i ‘vaffa-day'”. Così la capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto. “Lei ci ha dato una visione della politica – ancora Lo Curto rivolgendosi al presidente della Regione -, quella di chi opera pancia a terra e a testa bassa”. Lo Curto poi aggiunge: “Musumeci ha scelto un profilo basso, concreto, silenzioso e operativo”.

19.01 – Interviene Giovanni Cafeo (Iv): “Non credo che Musumeci verrà ricordato per le pagine della sua relazione”. L’esponente dei renziani invita il governo regionale ad “avere la consapevolezza del momento che stiamo vivendo e cambiare atteggiamento” perché “non bisogna restare su un piedistallo”. E sul piano economico, secondo Cafeo, “questo governo non ha una visione collegiale di sviluppo”.


18.45 – È il turno di Tommaso Calderone, capogruppo di Forza Italia: “Musumeci non ha parlato di suggestioni, ma ha evidenziato numeri e fatti”. Sulla sanità Calderone puntualizza: “C’è qualcuno che con serietà e onestà può dire che il dramma del Covid in Sicilia non sia stato gestito bene?”. Calderone dice “grazie” a Musumeci per la gestione del problema coronavirus.

18.22 – A salire sul podio di Sala d’Ercole è Anthony Barbagallo, deputato Pd e segretario regionale dem: “Manca una visione. C’è un governo che annaspa che giorno dopo giorno continua ad attribuire colpe agli altri: a ‘chi c’era prima’ vengono assegnate colpe e mai i meriti, oppure ci si scaglia contro il governo nazionale, almeno da quando non ne fa più parte Salvini. Il governo Musumeci annaspa, a partire dai beni culturali. In assessorato le pratiche scorrono lentissime e progetti come i teatri di pietra, che negli anni erano diventati fiori all’occhiello, sono stati abbandonati”. Per Barbagallo “manca anche una visione che coinvolga il turismo”.

18.14 – Il Cinquestelle Giampiero Trizzino si concentra sul tema dei rifiuti: “Musumeci parla di un settore in cui esiste un ‘perverso intreccio tra politica, burocrazia e imprenditoria provata’, ma ricordo che è stato il suo governo a garantire nel 2018 l’aumento di 1,8 milioni di metri cubi alla discarica della Sicula Trasporti, che in questo momento è al centro di una indagine della magistratura”, le parole del deputato pentastellato.

18.03 – “Musumeci ha lavorato tantissimo ma non è stato capace di pubblicizzare bene la sua attività”, così Totò Lentini, deputato che ha appena aderito al gruppo Ora Sicilia.

17.49 – Nello Dipasquale (Pd) attacca: “Musumeci ha descritto l’isola che non c’è”. Il deputato ragusano va giù duro sulla gestione del problema Covid: “Ha rappresentato il fallimento del modello Musumeci-Razza. Avete costruito una falsa soluzione all’emergenza sanitaria quando invece, per fortuna, una vera emergenza in Sicilia non c’è stata. Questo governo ha lasciato i siciliani 40 giorni a casa in attesa dei risultati del tampone”. Diapsquale accusa l’Esecutivo anche di “superficialità e pressapochismo” sui dati del coronavirus.


17.40 – Parla il deputato Udc Vincenzo Figuccia: “Gli indici di gradimento di chi governa, come è normale che sia, sono bassissimi ma quello del presidente Musumeci è risalito più degli altri”. Rivolgendosi al governatore, presente in Aula: “Sarà una strada stretta e in salita ma se tutti i componenti faranno la propria parte riusciremo a intraprenderla e a portarla a compimento”.

17.25 – Arriva il turno del capogruppo M5s Giorgio Pasqua: “Quelli elencati da Musumeci una settimana fa sono atti di ordinaria amministrazione, sintesi di un governo che insegue gli eventi senza governarli e senza avere un quadro chiaro del futuro di questa regione”. Pasqua parla poi di una riforma dei Consorzi di bonifica “su cui gravano ancora dubbi in merito alla possibilità vera di risolvere i problemi”, mentre sulla digitalizzazione “siamo di fronte – dice – a un vero e proprio fallimento: abbiamo un’alta diffusione della banda larga e le reti migliori ma gli assessorati peggio organizzati e i dipendenti meno formati”. E ancora: “Su sport e spettacolo è una agonia, mentre per quanto riguarda i rifiuti i camion continuano a viaggiare per la Sicilia”. E sulle statistiche del Covid Pasqua evidenza “la confusione dei numeri”, numeri che “hanno condizionato le scelte di questa amministrazione”.

17.07 – Interviene il capogruppo di Italia viva, Nicola D’Agostino: “Su molti temi questo governo ha portato avanti politiche di routine e pochi successi”. D’Agostino si concentra sui rifiuti: “La differenziata è cresciuta ma non perché l’abbia fatta crescere il governo. Il merito è dei Comuni e dei cittadini”. Il capogruppo dei renziani poi aggiunge: “Non riusciamo a vedere la prospettiva della politica economica di questo governo, mentre cultura e turismo vanno avanti con iniziative spot. Manca una visione d’insieme e invece c’è un elenco, anche di cose buone e giuste, ma che è stato declinato in maniera antica”. E ancora: “Nessuna lezione morale da dare, ma di certo sulle inchieste non abbiamo sentito alcuna sua dichiarazione”. E sull’inchiesta Sicula Trasporti D’Agostino attacca: “Mi sarei aspettato il licenziamento dell’avvocato Vito Branca, che oggi ricopre la poltrona di presidente di Riscossione Sicilia”.


16.55 – È il turno di Claudio Fava, che attacca sulle inchieste che riguardano i rifiuti e sanità. “Non ha detto una parola sul presidente della Sicula Trasporti che è anche presidente di Riscossione Sicilia – le parole del presidente dell’Antimafia rivolte a Musumeci -. Candela e Damiani, inoltre, sono stati indicati da questa giunta”. Un passaggio anche sui trasporti: a fronte dei disagi e delle lentezze nel trasporto ferroviario Fava considera “una presa in giro per i siciliani l’introduzione della falsa discussione sul collegamento stabile tra Sicilia e Italia rappresentato dal Ponte sullo Stretto”.

16.40 – Il primo a prendere la parola è il deputato Pd Antonello Cracolici: “Due anni e mezzo fa si era presentato con una ambizione, quella di una Sicilia che sarebbe diventata bellissima”, le parole del deputato rivolte al governatore. “Da allora non uno dei punti su cui la Sicilia soffre è stato risolto. e i prossimi due anni e mezzo non lasciano presagire nulla di buono”. Cracolici parla anche di “caos amministrativo” e tocca il tasto dei dirigenti Generali: “Molti girano come una giostra”. E sull’assessorato ai Beni culturali alla Lega: “Lei è come quelli che affida l’Avis a Dracula, ha affidato l’assessorato ai Beni culturali e all’identità siciliana a un esponente politico che appartiene alla cultura più distante dalla Sicilia”. Da Cracolici anche un paragone cinematografico: “Musumeci? È solo ‘chiacchiere e distintivo’, continua a raccontare i suoi primi due anni e mezzo di legislatura come se prima di lui non ci fosse stato nulla, si vanta di risultati che in realtà nascono da lontano e che in buona parte sono figli del lavoro del precedente governo”.


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