PALERMO- “Non abbiamo paura del voto, perché da mesi chiediamo al governo della Regione, senza ricevere alcuna risposta, di affrontare le riforme che la Sicilia non può più aspettare. Un piano anticiclico per il lavoro e l’economia, una vera razionalizzazione delle spese, la revisione dello Statuto e la modifica della legge elettorale. Sono obiettivi che possono esser conseguiti in sei mesi”. Lo ha dichiarato Nello Musumeci, presidente della commissione Antimafia dell’Ars e fra gli esponenti del centrodestra nell’Isola, a seguito dell’intervento del presidente di Confindustria Sicilia e dei leader sindacali. Musumeci così prosegue:
“L’isolamento del presidente Crocetta e l’inadeguatezza del suo governo sono ormai (ed era ora) un elemento di valutazione condiviso, ma non per questo é possibile generalizzare sulle responsabilità di ciascun deputato. Sono evidenti gli errori compiuti da alcune forze politiche in questi due anni, nei quali – come ha sostenuto Montante – non c’é stata quella discontinuità che si attendeva”. “Cosa fare adesso? Lo vado ripetendo da mesi: il governo – conclude Musumeci – la smetta di cercare una maggioranza voto su voto, con i metodi finora usati, e convochi subito i rappresentanti delle forze parlamentari. Se ha un’idea delle priorità dell’Isola coinvolga tutta l’aula in un confronto vero. Altrimenti ne tragga le conseguenze”.
Dal centrodestra commenta le parole di Montante anche il forzista Saverio Romano,che però muove una critica al presidente degli industriali, accusandolo di fare di tutta l’erba un fascio mettendo in un unico calderone maggioranza e opposizione.
Il leader del Cantiere Popolare scrive in una lettera aperta a Montante che “il governo della Sicilia non è un gioco dal quale ci si smarca a piacimento, senza il pegno della responsabilità, spalmando quest’ultima sulla vituperata e disprezzata classe politica tout court”.
Dopo aver dato atto a Montante dei meriti di Confindustria (“ha esteso la battaglia dentro la sua categoria diventando un modello positivo di imprenditore oltre che capo della sua associazione”), Romano aggiunge: “Ha scelto di confrontarsi sul piano politico ed ha imposto dinamiche nuove alle ultime due esperienze di governo esprimendo direttamente uomini e donne negli organigrammi di governo e di sottogoverno. Ha disegnato strategie e sostenuto progetti affini alla sua visione del mondo, ha condotto battaglie e non ha esitato a metterci la faccia; da uomo coraggioso e determinato ha guidato alcuni cambiamenti, ha suggerito leggi e procedure aderenti alla sua visione del mondo. Ha convinto gli scettici quando storcevano il naso ed ha persuaso i salotti sulla classe dirigente che ormai da anni con Lei governa la Sicilia, certo con ruoli e responsabilità diverse, anche con stili diversi, ma certamente con ampie condivisioni di progetti, squadre e risultati”.
“Adesso – aggiunge Romano – le sue ultime parole stridono con il suo profilo, non perché abbia cambiato idea o quasi su Crocetta – le è capitato anche con Lombardo e ci sta – ma per questo tentativo goffo di mettere tutti insieme, governo e opposizione, politicanti e politici, lacchè , voltagabbana e parvenu. Destinando ad ognuno la stessa parte sì, da confondere ogni responsabilità ed assegnando a sé la sola parte del censore. Non è nel suo stile e mi sembrava opportuno segnalarlo a Lei ma soprattutto a coloro i quali anche nel centro destra, all’opposizione del governo Crocetta l’hanno sempre guardata con simpatia (io fra questi) ed a coloro che si sono nel tempo rivolti a Lei come si fa con gli oracoli (non sono mai stato tra questi)”.
Interviene anche il coordinatore di Forza Italia Vincenzo Gibiino: “Sin troppa pazienza hanno avuto Antonello Montante e tutta Confindustria nei confronti dell’inerte governo Crocetta. Prima l’ultimatum di Forza Italia, quindi quello del renziano Faraone, infine, poche ore fa, le parole del numero uno degli industriali siciliani. Per risvegliare la Sicilia dall’immobilismo e dal torpore, ai quali la nostra regione è stata condannata dall’incapace governatore, servono quelle azioni che l’esecutivo regionale non ha messo in campo in un anno e mezzo di attività”.
“Ben dice Montante quando invita il premier Renzi a prendere in mano la situazione, ad intervenire sulla questione siciliana – prosegue Gibiino –. Crocetta deve essere rimosso anche dall’alto o saranno guai per tutti”.