Napoli, truffa sui bonus edilizi: sequestro record da 1,7 miliardi - Live Sicilia

Napoli, truffa sui bonus edilizi: sequestro record da 1,7 miliardi

L'operazione della guardia di finanza. Indagate 21 persone
L'INCHIESTA
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NAPOLI – Crediti d’imposta fittizi, per circa 1,7 miliardi di euro, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Avellino e di Napoli nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Avellino riguardante una maxi truffa messa a segno con i bonus per l’edilizia, principalmente e “Ecobonus” e “Bonus Facciate”.

Si tratta del sequestro di crediti d’imposta più alto di sempre. In corso perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Salerno, Milano, Lodi, Torino, Pisa, Modena e Ferrara nei confronti di 21 indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.

intanto, secondo gli inquirenti che indagano sulla frode fiscale sui bonus edilizi, che ha portato all’arresto di dieci persone, sarebbero state emesse false fatturazioni per decine di milioni di euro, utilizzate non solo per documentare al fisco lavori edili mai realizzati, ma anche per riciclare proventi dell’illecita attività, per un ammontare di almeno un miliardo e mezzo di euro.

Le indagini sono partite da una segnalazione del ‘Nucleo speciale entrate’ della guardia di finanza di Roma la maxi operazione ‘Capisci Amme’ della guardia di finanza.

Gli arrestati sono indagati per associazione a delinquere, truffa nei confronti di enti pubblici, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.

L’inchiesta, scattata tra agosto e settembre 2022, coordinata dalla procura di Asti, hanno rivelato i tratti di una truffa, ordita da una compagine in parte radicata sul territorio e in parte in Campania e Veneto, e vede coinvolte 37 persone e 68 tra ditte e società.

“Questa enorme quantità di crediti fiscali – spiegano dalla guardia di finanza – sarebbe stata generata solo sulla carta, innanzitutto grazie all’opera di un commercialista con studio al Vomero, Napoli, e a un suo stretto collaboratore, cittadino albanese, con studio a Schio (Vicenza); utilizzando partite Iva intestate perlopiù a prestanome, gli attori inserivano nei cassetti fiscali dell’Agenzia delle Entrate dati ritenuti non veritieri”. Le indagini proseguono.


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